La resilienza, parola simbolo di Di Francesco, non traghetta la Roma ai quarti di Champions. (…)
È un’eliminazione crudele e simbolica, che passa da tante strettoie: dall’arbitro turco Cakir, vecchio mestierante che quando sta per finire il secondo tempo supplementare vede benissimo un contatto in area tra Florenzi e Fernando e male un altro tra Marega e Schick; da due errori sesquipedali di Dzeko poco prima del rigore del 3-1; dagli ennesimi infortuni muscolari di De Rossi e di Pellegrini; dagli sbagli evitabili che si trasformano sempre in gol presi. I quattro tra andata e ritorno sono le ultime perle di una lunga collana nera: una svirgolata di Soares che si trasforma in assist per Adrian all’Olimpico, due palle perse in uscita (Manolas e Karsdorp, disastroso) più il rigore mortifero ieri al Dragao. (…)
La Roma esce tradita dal centravanti, che un anno fa l’aveva trascinata in semifinale, e da Cakir che chiude gli occhi sul contatto tra Marega e Schick che è parente stretto del rigore che aveva appena fischiato a parti invertite. L’Equipe ha annunciato che domani Paulo Sousa firmerà per il Bordeaux. Di Francesco, anche se eliminato, questa volta ha meno colpe di altri. Gli basterà per arrivare in fondo alla stagione? La decisione se trovare un traghettatore (i nomi sono Donadoni o Panucci) spetta a Pallotta. Il futuro immediato è un grande punto interrogativo, quello a fine stagione sarà rifondazione.