Non è un periodo fortunato per Daniele De Rossi. Prima la botta alla schiena presa in nazionale (nell’amichevole Olanda-Italia), che gli ha fatto saltare il derby di ritorno in Coppa Italia. Adesso la distorsione alla caviglia destra, subita ieri mattina in allenamento, che quasi sicuramente gli farà saltare, domani, Roma-Atalanta. La presenza del centrocampista è a forte rischio, visto che ha dovuto lasciare il campo zoppicando vistosamente.
In caso di assenza verrà sostituito da Leo Paredes, che avrà così un’altra occasione per metterci in luce, sperando in una prestazione più convincente di quella mandata in onda contro la Lazio. Per Luciano Spalletti è un inconveniente non da poco. De Rossi viaggia per i 34 anni (li compirà il 24 luglio) ed è in scadenza di contratto, non avendo ancora trovato un punto d’accordo tra la sua richiesta di prolungamento biennale e l’offerta per un anno più opzione del club.
Però le gerarchie le fa il campo, non la carta d’identità, e il campo ha fin qui detto che il «vecchio» DDR è più performante del giovane Paredes. Il tempo del passaggio di consegne, insomma, non è ancora arrivato. A Bologna, anche se l’avversario non era di prima categoria, De Rossi ha confermato i suoi punti di forza: capacità di fare scudo davanti alla difesa, qualità nell’impostazione, pericolosità anche in fase offensiva soprattutto sui calci piazzati.
Il primo gol al Dall’Ara, ad esempio, è stato innescato da una «spizzata» di Daniele sul corner battuto da El Shaarawy. De Rossi, insomma, è una specie di «chioccia» che permette a tutti di giocare più tranquilli. Lo sa Luciano Spalletti, che in stagione ci ha rinunciato solo per problemi fisici. Lo sanno altri allenatori – da Antonio Conte a Vincenzo Montella – che sono pronti a fargli pervenire ricche offerte nel caso in cui non trovasse un accordo con la Roma. Un’ipotesi poco probabile, però, perché De Rossi vuole chiudere la carriera in giallorosso.