La Roma più bella della stagione spaventa il Chelsea campione in Premier: 3 a 3 a Stamford Bridge, con il gol di Kolarov e la doppietta di Dzeko, azzerando anche lo svantaggio iniziale di due reti. Di Francesco punta sul gioco, Conte sulla difesa. Pallotta, in tribuna, può essere soddisfatto per il comportamento autoritario, in Europa, dei giallorossi in Europa. Che, pareggiando a Londra, restano al 2° posto nel gruppo C e staccano ulteriormente l’Atletico Madrid (più 3).
VERSIONE INTERNAZIONALE – Il Qarabag fa il primo punto della sua giovane storia in Champions (3 match), fermando Simeone a Baku, e il grande favore alla Roma che scende in campo sapendo di rimanere comunque davanti alla squadra spagnola. Il risultato della partita in Azerbaigian incide, dunque, su quella in Inghilterra. Ma Di Francesco la sua scelta l’ha comunque fatta. Così, affidandosi al turnover, decide di puntare sulla Roma straniera, lasciando in panchina De Rossi e Florenzi, seduti accanto a El Shaarawy, i tre azzurri di Euro 2016 che ricevono l’abbraccio di Conte prima del fischio d’inizio dello sloveno Skomina. Sono 4 le novità, dopo il ko di sabato contro il Napoli: Fazio per Manolas, Gonalons per De Rossi, Strootman per Pellegrini e Gerson per Florenzi. L’obiettivo è ritrovare la corsa e la brillantezza, facendo riposare qualche titolare. Gerson debutta dall’inizio nella competizione. Fin qui, nella scorsa stagione, 270 in Europa League e 5 nel playoff contro il Porto. E 65 in questa, solo in A.
ATTEGGIAMENTO PROPOSITIVO – La Roma, anche se inedita e comunque in emergenza, sa come comportarsi. E va a conquistare la metà campo avversaria. Il Chelsea, del resto, invita i giallorossi, difendendo con 6 uomini, cioè 5 difensori più David Luiz a far dar schermo. Il 3-5-2 di Conte è prudente e anche rinunciatario. Il sistema di gioco si basa sulle ripartenze. Ma sui lati Zappacosta e Alonso vanno al minimo. Dal pressing di David Luiz, sboccia qualche contropiede, anche se Hazard e Morata sono spesso isolati. I blues insistono sul loro piano anche quando si trovano avanti di due reti. La prima è un regalo di Jesus che, rinviando lento, restituisce e al tempo stesso acchita al limite il pallone a David Luiz che, destro a giro, firma il vantaggio (Morata, ad inizio azione, è in fuorigioco); la seconda è una gaffe di Peres che, a centrocampo, lascia la palla ad Hazard, pronto poi a sfruttare in area e in solitudine, la conclusione di Morata smorzata involontariamente da Fazio. Il passivo, però, è esagerato, anche perché Nainggolan spreca la chance del pari su assist di Strootman e Perotti imita il compagno su invito di Dzeko. Kolarov, lasciando sul posto Azpilicueta, riapre il match: sinistro lievemente sporcato da Cristensen.
SENZA PAURA – I giallorossi, dopo aver chiuso la prima parte con il 65,5 per cento nel possesso palla (chiuderanno con il 58), si scatenano nella ripresa. Conte, per bloccare i rivali sulle corsie, modifica il sistema di gioco, passando al 3-4-3: fuori David Luiz e dentro Pedro. La mossa non paga. Perché la Roma non si spaventa e anzi si scatena, colpendo due volte, in poco più di 5 minuti, con Dzeko che realizza di sinistro al volo su lancio di Fazio e di testa su punizione di Kolarov. La centesima in giallorosso è da favola, anche perché segna finalmente al Chelsea, dopo 9 tentativi a vuoto, e conferma di essere decisivo anche in quest’annata, già 12 reti (3 in Champions, 2 con la Bosnia e 7 in campionato). Si fa male Gerson, ecco Pellegrini. Hazard, sbucato tra Jesus e Fazio che gli lasciano eccessiva libertà, pareggia di testa su cross di Pedro e subito esce lasciando spazio a Willian. In campo Anche Ruediger per Zappacosta e Florenzi per Strootman. Peres si sveglia tardi e offre la palla del match a Dzeko che appoggia di testa a lato. Ma la serata resta da applausi. Anche quelli di Ancelotti e Totti, in tribuna a Londra.