Mai facile rialzarsi dopo una eliminazione amara come quella col Lione ma la Roma ce la fa tutto sommato con merito battendo il Sassuolo – per la prima volta all’Olimpico in campionato – grazie a un 3-1 santificato dalle reti di Paredes, Salah e Dzeko seguite a quella di Defrel. Così, davanti agli occhi del presidente Pallotta, i giallorossi scavalcano di nuovo il Napoli e si rimettono in scia della Juve. Occhio però, perché la partita è meno facile di quello che fa sembrare il risultato, perché nel primo tempo la squadra di Spalletti soffre non poco e deve ringraziare una grande svista dell’arbitro Di Bello, che convalida la rete di un sorpasso fin lì poco meritato. È nella ripresa infatti che la Roma legittima la vittoria, grazie all’ingresso di un Dzeko sempre più decisivo, con 8 gol nelle ultime 9 di Serie A.
SENZA DZEKO – Al netto di Di Francesco, fra campo e panchina ci sono 4 ex giallorossi nel Sassuolo; chi ormai senza più legami (Aquilani e l’ottimo Politano), chi invece potrebbe ritornare (Pellegrini e Ricci). Chissà se alcuni dei talentuosi baby neroverdi avrebbero fatto comodo a Spalletti che, rispetto agli sfortunati maratoneti visti in Coppa, in avvio rinuncia a quattro titolari. Scelta giusta, perché il Sassuolo soprattutto nel pressing e nelle ripartenze dimostra gamba e stavolta, quando l’aggressione ai portatori di palla costringe al lancio lungo, non c’è Dzeko a controllare e far salire la squadra. Morale: i giallorossi provano soprattutto a giocare sulle fasce, su cui però Bruno Peres ed Emerson alternano buone giocate ad altre mediocri. L’effetto collaterale però non manca, perché nei ribaltamenti di fronte Pellegrini, Missiroli e Duncan impostano spesso triangoli a palla scoperta, lanciando sulle corsie laterali due frecce come Politano e Berardi, che mettono in crisi la difesa romanista. Ne consegue che, a parte il pasticcio fra Letschert e Acerbi che costringe Consigli alla parata su Salah (2’), a lievitare è il Sassuolo, con Defrel che si mette in vetrina così: al 3’ sciupa a due passi dalla porta un cross di Berardi, al 9’ segna da centro area su assist di Berardi e velo di Politano e al 44’ impegna Szczesny di tacco su passaggio di Duncan. Comunque, se dietro balla, la Roma davanti sa essere pericolosa, con Nainggolan e Strootman pronti sempre ad appoggiare El Shaarawy e Salah, ed è proprio quest’ultimo che al 16’ serve sulla trequarti Paredes, bravo a scagliare un bel tiro che s’infila alla destra di Consigli. Tre minuti più tardi, invece, a salvarlo è la traversa, quando su cross di Nainggolan, Lestchert lascia troppo spazio a Emerson che scaglia un gran siluro. Non è l’ultima emozione, visto che prima Rüdiger manda alto di testa un buon cross di Strootman (41’) e Politano costringe Szczesny alla deviazione su gran tiro da fuori (46’). Sarebbe un intervallo da pareggio scritto, se una bella palla in profondità di Fazio per il Faraone non mandasse quest’ultimo al tiro su cui Consigli risponde facendola passare e ballare sulla linea di porta, Peluso è il primo ad arrivare ma Salah lo spinge via e segna. Di Bello fa finta di niente.
A SPECCHIO – La ripresa comincia con lo stesso andamento balneare del primo tempo, ovvero squadre lunghissime e spazi per tutti. Al 5’ è Defrel, servito da Politano, a mandare fuori da buona posizione, mentre sul ribaltamento di fronte è Salah a cavalcare per poi concludere a lato di poco. Ma la partita sta per cambiare volto. Al 13’ infatti entra Dzeko e la Roma si mette a specchio col 4-3-3. Nel giro di tredici minuti il centravanti segna dopo un bel triangolo con Strootman (23’), sfiora la traversa di testa da angolo e costringe Consigli alla gran parata dopo un errore in appoggio di Dell’Orco. Il Sassuolo, che ha sostituito Defrel con Matri, perde le distanze e si scioglie letteralmente nei duelli singoli fino al provvidenziale fischio finale. Insomma, la squadra di Di Francesco sembra in calo e forse non un caso che abbia fatto solo un punto nelle ultime 4 partite. Sorride invece la Roma che, se non si avvilupperà nei propri fantasmi, sarà protagonista fino in fondo.