La premessa è scontata: non è certo questo il momento di tirare le somme, perché siamo ancora ai primi passi della Roma sul mercato. Al tempo stesso, però, bisogna prendere atto di quanto sta accadendo in questi giorni. In cui le cessioni hanno avuto la priorità sugli arrivi. I giallorossi, secondi nell’ultimo campionato a 4 punti dalla Juve, si ritrovano, e sarebbe improprio dire improvvisamente, con 4 titolari in meno. Vengono a mancare alcuni protagonisti della precedente gestione tecnica che hanno partecipato al record di punti della storia del club in serie A. Sono Szczesny, rientrato all’Arsenal per fine prestito e subito messo a disposizione di Allegri, Emerson, in convalescenza per l’intervento al legamento crociato del ginocchio, Manolas, ormai vicino al trasferimento allo Zenit, e Salah, appena ufficializzato dal Liverpool. Se il portiere titolare ha comunque lasciato a Trigoria il vice Alisson, gli altri tre sono da sostituire. Monchi, per ora, ha acquistato solo Moreno: prende il posto di Vermaelen ed è quindi il centrale difensivo di scorta. Adesso il ds, bloccato pure il terzino destro Karsdorp, è chiamato a sistemare la formazione base proprio nei ruoli scoperti. Soprattutto in quelli che, fino al 28 maggio, sono stati occupati, con alto rendimento, dal greco in difesa e dall’egiziano in attacco.
PERCORSO OBBLIGATO – Pallotta sarà soddisfatto. Monchi ha accontentato prima lui di Di Francesco. Perché il presidente, quando lo ha scelto, gli ha subito chiarito che il primo obiettivo sarebbe stato quello di sistemare i conti per rispettare i paletti del Financial Fair Play, partendo dalla semestrale chiusa con 53,4 milioni di perdite e dai 30 milioni evaporati ad agosto per la mancata partecipazione all’ultima Champions. Ancora non è stata ufficializzata la cifra che finirà nel forziere della Roma per gli addii di Manolas e Salah, ma entro fine giugno entreranno circa 30 milioni per il difensore e più di 40 per l’attaccante (senza contare i bonus inseriti in entrambe le operazioni). Come se non bastasse, la proprietà Usa festeggerà 50 milioni abbondanti di plusvalenze. Il ds, dopo aver seguito l’input di Pallotta, adesso si dovrà dedicare all’allenatore. Oggi la Roma è sicuramente più debole di quella arrivata al 2° posto con Spalletti in panchina. Realtà che nessuno può negare, pure tenendo presente il valore (tecnico e non solo finanziario) dei partenti. Solo dopo aver pesato gli arrivi, allora sarà possibile giudicare la competitività della nuova rosa. Di Francesco, dopo il vertice di Londra, aspetta i veri colpi dello spagnolo. Che sa quali interpreti servono al tecnico, a cominciare dai doppioni in attacco (esterni). C’è meno urgenza per quelli a centrocampo (mezzali) e in difesa (terzini): le verifiche sui tempi di recupero di Florenzi e sull’affidabilità di Bruno Peres e Mario Rui saranno fatte a Pinzolo.
ALTO PROFILO – Pallotta ha fatto spesso riferimento ai giovani. E, a quanto pare, ha dato l’okay per l’ingaggio del nuovo tecnico proprio quando è stato rassicurato sulla sua capacità di farli diventare grandi. Monchi, però, non sta seguendo solo la linea verde indicata dal presidente. Lo ha dimostrato scegliendo il quasi trentenne Moreno. Il ds sa che, per restare almeno al livello dell’ultima stagione,non servono solo ragazzi ancora acerbi. Meglio che siano già maturi.Gli esempi: Karsdorp che, a 22 anni, ha appena vinto lo scudetto e da un anno e mezzo ha debuttato in Nazionale; Pellegrini che, a 21 anni appena compiuti, ha già 48 partite (e 9 gol) in A, è titolare dell’Under 21 e ha già esordito in azzurro con Ventura. La lista della spesa dello spagnolo è pronta:oltre ai vice di Alisson e Dzeko, cioè pedine necessarie ma da panchina, il massimo sforzo si concentrerà sul mancino da schierare a destra nel ruolo di Salah. Il primo vero acquisto sarà insomma l’esterno alto. Accompagnato dal suo doppione. Anche perché chi è andato via, nell’ultima stagione, ha garantito 19 gol (15 in campionato) e 12 assist (11 in A). Solo Insigne, con 22 e 9, ha fatto meglio tra le seconde punte.