Pioggia e vento, davanti all’Atlantico. Anche il set sembra insomma studiato nei dettagli per la notte da passare all’Estadio do Dragao. Da dentro o fuori. Banale, vero. Anzi scontato. Ma è così quando è in programma la sfida di ritorno di qualsiasi turno ad eliminazione diretta e di qualunque coppa quando il punteggio della partita d’andata è rimasto in bilico. Come è successo lo scorso 12 febbraio all’Olimpico: 2-1. Il valore del Match di Oporto è, però, doppio. Va oltre la Champions. Non c’è, dunque, in ballo solo la promozione della Roma ai quarti per il 2° anno di fila o l’esclusione della stessa dalle migliori 8 d’Europa. Testa o croce anche per Di Francesco. Il destino dell’allenatore seguirà il verdetto del campo: in caso di qualificazione resterà sulla panchina giallorossa, al contrario con l’eliminazione dovrà lasciarla all’erede.
ULTIMA CHIAMATA – Pallotta, su consiglio del suggeritore-consulente Baldini, ha scelto il successore di Di Francesco dopo il ko del 23 settembre a Bologna: Paulo Sousa. Che, tra l’altro, è già in zona, la famiglia vive a Viseu, 120 km da Oporto. In tasca ha l’accredito per il match da tempo, non il contratto. Monchi per 5 mesi ha fatto scudo all’attuale allenatore. Il ds, ormai più vicino all’Arsenal (a Londra lo aspettano addirittura a fine marzo) che al tecnico, si è dovuto arrendere domenica sera. Anche se la soluzione scelta a Boston non piace al gruppo. Che preferirebbe l’ex compagno Panucci, attuale ct dell’Albania.
Cristian e Paulo si conoscono bene, avendo giocato insieme nell’Inter, guidata da Lippi, nella stagione 1999-2000. La proposta del club giallorosso è legata al 4° posto: senza il raggiungimento dell’obiettivo, stop all’avventura pure per chi entra in corsa. Donadoni è disponibile, accettando il legame di 4 mesi, ovviamente da allungare se farà centro: in questo senso è il traghettatore ideale. Sousa, invece, chiede di restare a prescindere e almeno fino al 30 giugno 2020: Baldini vorrebbe accontentarlo. Rilancio del Bordeaux, ad inizio settimana: contratto fino al 30 giugno 2021, con ingaggio da 2,3 milioni netti all’anno. Paulo, però, prende tempo: domani la sua risposta definitiva al club francese.
FORMULA CONDIVISA – Di Francesco, anche se tentato dalla difesa a 3 (provato lunedì il 3-5-2) con cui eliminò il Barcellona di Messi il 10 aprile 2018, accontenta i giocatori che lo devono aiutare nel match della verità e ripropone quindi il 4-2-3-1, usato in corsa pure contro la Lazio. Ma azzerando, o quasi, la linea difensiva del derby: dentro Karsdorp, Manolas e Marcano, fuori Fazio e Jesus. Più Florenzi alzato nel tridente a destra o, se a destra si sposterà El Shaarawy, anche lui spinto in panchina come i due centrali. In mezzo al campo spazio ai senatori, con torna Nzonzi accanto De Rossi. Zaniolo, invece, sale dietro a Dzeko e si riprende il ruolo di trequartista. In caso di ripensamento, ecco pronto il 4-3-3: con Pellegrini in campo e non più Nzonzi.
IMMAGINE E RICCHEZZA – La sfida di Oporto, numero 111 in Champions e 7° tentativo (3 a vuoto e 3 riusciti) di andare ai quarti, non vale solo per il prestigio del club di Pallotta. Conta, e parecchio, pure per il bilancio. La qualificazione garantirebbe alla Roma almeno altri 20 milioni (incassati fin qui quasi 70): 10,5 per la promozione al turno successivo, più l’incasso della partita in casa e il market pool (cifra che si calcola al traguardo e che aumenta a seconda delle gare disputate e se, ad esempio, dovesse uscire la Juve come accadde la stagione scorsa).