Quanto è vero che i cavalli vincenti si vedono al traguardo. Monchi aveva puntato su quello sbagliato, Mahrez, inseguito invano per oltre un mese, ma da grande direttore sportivo qual è ha capito in fretta come rifarsi. E alla fine ha trionfato nella battaglia più agguerrita del calciomercato italiano: Patrik Schick è della Roma. Il colpo più caro della storia giallorossa, circa 42 milioni di euro complessivi, e una telenovela per certi versi incredibile che si chiude con oltre 300 romanisti in delirio a Fiumicino ad accogliere il nuovo attaccante. Schick poteva arrivare un anno fa per poco più di 4 milioni ma Sabatini non se la sentì di mettersi a duellare con la Samp per un ragazzo allora tutto da scoprire a certi livelli. A giugno il ceco è diventato per qualche ora un giocatore della Juve per 30.5 milioni, salvo poi scoprire un’aritmia (non maligna) durante le visite mediche che ha fatto naufragare il suo trasferimento a Torino. Poi è spuntata l’Inter con tanto di accordo, ma dalla Cina non sono arrivati i fondi necessari, a quel punto Monchi ha intravisto il varco giusto e ha sbaragliato la concorrenza. Compresa la Juve tornata in corsa e pentita di essersi fatta scappare un gioiello del genere per un problema fisico subito risolto, Napoli e Psg che hanno provato fino all’ultimo a inserirsi e un’Inter che ha provato la rimonta finale. Monchi, in realtà, si era mosso con largo anticipo. Il 24 maggio ha incontrato il procuratore Paska a Milano, si è fatto da parte quando la Juve ha affondato il colpo, ma subito dopo ha chiesto all’agente di Schick di informarlo passo passo. E, una volta perso Mahrez, ha deciso di investire tutto sul 21enne di Praga. Uno che, come dice Allegri, «in campo fa cose non normali».
Ieri si è chiuso il cerchio nello studio dell’avvocato doriano Romei in via Bocca di Leone. Monchi e Baldissoni hanno raggiunto Ferrero, Pradè e Osti per sancire l’accordo: Schick va alla Roma in prestito a 5 milioni, con obbligo di riscatto a 35 (pagabili in quattro esercizi) più di 2 di bonus e una possibile percentuale sulla futura rivendita. È stato un felicissimo Ferrero ad annunciare la fumata bianca, paragonando prima l’attaccante a Beckenbauer (perché?!) per poi definirlo «romano e romanista. Può diventare il nuovo Totti, la Juve si è già pentita». Schick si è potuto così imbarcare da Genova verso la Capitale accompagnato dai procuratori Paska e Satin, «sono contento, è la squadra giusta per me» le sue prime parole da romanista. A Fiumicino, oltre ai tifosi impazziti, ha trovato Monchi in persona ad aspettarlo. Ha scelto la maglia numero 14 che aveva già alla Samp, ha dormito in hotel all’Eur, stamattina si allenerà con i nuovi compagni e dopo sosterrà le visite a Villa Stuart. Saranno più corte del solito perché ha già ottenuto l’idoneità e non c’è necessità di test cardiologici: l’aritmia è un ricordo. Firmerà un contratto quinquennale da oltre 2 milioni netti a stagione e venerdì debutterà nell’amichevole con la Chapecoense. Ora spetta a Di Francesco ritagliargli un ruolo nel 4-3-3: inizialmente un’alternativa a Dzeko, in prospettiva può adattarsi al ruolo di esterno destro. L’unico modulo alternativo per il tecnico è il 4-2-3-1, dove Schick può agire in tutti i ruoli d’attacco. Mercato finito? Non è detto. Monchi è pronto a cogliere un’occasione e prendere un difensore centrale, a patto che riesca a piazzare Castan (ma ha rifiutato già tante destinazioni), Gyomber e Vainqueur. Anche Skorupski può partire e nel caso verrà sostituito, mentre Tumminello è ora libero di partire e preferisce il Cagliari al Crotone. In tre giorni può succedere ancora di tutto.
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