Sembra di assistere al gioco dell’oca. Dopo il no del Leicester alla terza proposta della Roma (35 milioni, divisi così: 32 nella parte fissa più 3 da ottenere attraverso facili bonus) siamo tornati al punto di partenza. La distanza tra le parti rimane considerevole (40 milioni di sterline la richiesta degli inglesi) mentre la Premier è pronta ad iniziare (venerdì si parte proprio con Arsenal-Leicester) e al via del campionato italiano mancano appena 12 giorni. L’ultimo rifiuto della proprietà thailandese del Leicester, a meno di sorprese in extremis, dovrebbe essere quello definitivo. Perché Monchi oltre i 35 milioni non intende andare, consapevole tra l’altro che quest’offerta divenuta pubblica – rischia ora di trasformare in un gioco al rialzo tutte le trattative che seguiranno.
L’IDENTIKIT – La Roma cerca un calciatore che parta da destra e sappia accentrarsi ma soprattutto uno che abbia dei gol nelle gambe. Nel tridente di partenza che ha in testa Di Francesco, infatti, c’è già Perotti nel ruolo di suggeritore, non proprio uno dal killer instict in area avversaria. Vicino a Dzeko serve dunque un attaccante che possa raggiungere con facilità la doppia cifra in tema di gol. Uno alla Lamela per intenderci. Il preferito del ds, non potendo arrivare a Mahrez, è Munir del Barcellona, calciatore offerto un paio di settimane fa. Trattativa che all’epoca sembrava difficile ma non proibitiva. Ora che Neymar ha lasciato i blaugrana, la montagna si è trasformata in un Everest. Sempre in Spagna si segue Vazquez che pur non essendo un calciatore dal gol facile, viene ritenuto un valore aggiunto dal punto di vista tecnico. Identikit che non si sposa perfettamente nemmeno con Cuadrado, un altro che certamente è finito nella lista del ds ma che quota dieci reti l’ha raggiunta soltanto una volta in carriera, nel 2013-14 (11). Lo sarebbe Berardi ma il Sassuolo parte da una quotazione proibitiva, per ora inavvicinabile. Più facile arrivare a Ziyech, soprattutto adesso che l’Arsenal è stato eliminato dalla Champions. Per il marocchino di passaporto olandese, più trequartista che esterno da 4-3-3, i gol non sono mai stati un problema: 11, 17 e 9, lo score nelle ultime tre stagioni nell’Eredivisie. Un calciatore che per costi, contratto, anagrafe e tatticamente sarebbe perfetto per le esigenze giallorosse è Suso. Ventitré anni, in serie A è reduce da 19 partite e 6 gol col Genoa, 34 e 7 col Milan. Non è certo un goleador ma è comunque un elemento che la porta la vede con frequenza. L’età, tra l’altro, gli garantisce ampi margini di miglioramento. È un mancino puro e ha una situazione contrattuale che va ancora definita, simile a quella di Manolas, con l’accordo che scade nel 2019. Attualmente Suso guadagna poco più di un milione di euro. Gliene sono stati offerti due più bonus. Vista la nuova politica societaria (il nuovo arrivato Kessie percepisce 2,2 milioni) lo spagnolo vorrebbe ottenere qualcosa in più. Il ds Mirabelli ne ha ribadito pubblicamente l’incedibilità ma la questione, dal piano economico, potrebbe a breve spostarsi sul piano tattico. Montella attualmente sta giocando con il 4-3-3, pronto però a cambiare in corsa sul 3-5-2 o 3-4-1-2 quando entrerà in pianta stabile in squadra il duo Bonucci-Biglia e soprattutto quando il Milan acquisterà il secondo attaccante. Con questo nuovo modulo, gli spazi per Suso inevitabilmente si ridurrebbero visto che si giocherebbe una maglia con Bonaventura e Calhanoglu. Opzione difficile, quindi, da non tralasciare però almeno fino a quando non verrà apposta la firma sul prolungamento di contratto.
CLAUSOLA SCADUTA – E a proposito di contratti, ieri la Roma ha fatto trapelare ufficiosamente come la clausola rescissoria di 45 milioni apposta sul rinnovo sino al 2022 di Strootman, abbia delle scadenze temporali definite nella stesura dell’accordo (scade a fine luglio). Tradotto: i club che volessero trattare l’acquisizione dell’olandese, dovranno mettersi seduti al tavolo con il club giallorosso.