Di Francesco
“Il primo giorno di ritiro a Pinzolo non ero presente e ci siamo informati sull’impronta del mister e del suo staff. Grande intensità negli allenamenti, non era facile prendere una squadra reduce da 87 punti e fare quello che ha fatto lui e arrivare ai traguardi che abbiamo raggiunto quest’anno. A qualcuno questa scelta aveva storcere la bocca, si è rivelata una scelta vincente”.
La tournée in America “È lo stadio di Boston, è parte del nostro lavoro e ci andiamo volentieri. S’incontrano sempre grandi squadre, città nuove da scoprire, è tutto positivo”.
Atalanta-Roma “Fu l’esordio in campionato e fu decisa da Kolarov, che ci ha aiutato a farci fare un salto di qualità in mentalità. Su Aleksandar aveva storto la bocca mezza Roma, abbiamo capito che tipo di giocatore fosse. Anche a livello ambientale è stato capace di sopportare il fardello di aver giocato con la Lazio, che qui a Roma è una cosa importante”.
Dzeko “L’anno scorso ha fatto quasi 40 gol, quest’anno un po’ di meno, per me alcune partite forse le ha vinte da solo, è il classico trascinatore. Questa foto fa sorridere perché dietro c’è Spalletti, a lui sono ancora legato. Contro l’Inter avevamo fatto una buona partita, purtroppo con il VAR abbiamo avuto episodi sfavorevoli”.
Roma-Atletico Madrid “Non è stata una partita che ci ha fatto battere i cuori ma è stata importantissima, perché abbiamo portato a casa un punto importante grazie ad Alisson, che ci ha tenuto a galla quando balbettavamo, quel periodo c’era qualche mugugno. Rimanere a pari punti con l’Atletico ci ha fatto credere alla qualificazione, almeno farcela giocare fino alla fine. Io non capivo perché si potesse spendere tanto per un portiere, si vedeva che Alisson fosse un fenomeno. È un professionista attento, ci tiene alla Roma e a sé stesso, poi c’è Marco Savorani che, da come ne sento parlare, è bravissimo e i risultati si vedono, se tutti i portieri migliorano con lui…”
Roma-Napoli “Non è stata una tappa felicissima nella nostra stagione. Il Napoli è la squadra che gioca meglio in Italia, abbiamo preso gol su un mio rimpallo sfortunato, abbiamo avuto un approccio diverso nella ripresa e secondo me quel secondo tempo ci ha segnato un po’ la vita, ci ha detto che anche se le squadre sono più brave di noi, se tu le aggredisci, puoi mettere in difficoltà chiunque”.
Chelsea-Roma “Serata indimenticabile per qualsiasi romanista, ci ha fatto capire che potevamo andare avanti in Champions League, avremmo meritato di vincerla. Abbiamo dato un antipasto all’Europa di quello che potevamo essere, Perotti fece una grande partita, Kolarov ed Edin furono decisivi come al solito”.
Roma-Lazio “Una partita sempre delicata, gli ultimi derby li avevamo persi, o meglio siamo stati eliminati in Coppa Italia. Secondo me noi siamo meglio di loro, ma queste partite sono sempre difficili, giocano tutte con attenzione, fu la partita perfetta per aggressione e pressing, chiudemmo la partita con le individualità, puoi pressare come ti pare ma se non hai gente come Radja che ti fa quei gol magari fai 0-0. Serve un buon allenatore e un campione che decide la partita”.
La Curva Sud “C’è stato un riavvicinamento da parte della Curva verso di noi, dobbiamo dare loro un motivo per essere orgogliosi di noi. Non abbiamo vinto niente quest’anno, eppure c’erano tante persone che hanno fatto galleggiare un autobus nel ritorno della semifinale di Champions League. La nostra curva sembra una cosa minima, ma c’è tutto quello che vogliamo noi, la curva piena, il nostro nome, questa unione tra noi e loro ci rende felici”.
Roma-Qarabag “Momento importante, c’eravamo tutti e avevamo appena scoperto che eravamo arrivati primi nel girone e questo ci ha dato una mano, non è una cosa da Roma se così si può dire. Abbiamo vinto un girone difficile e preparato un ottavo di finale più agevole”.
Totti “L’inizio della stagione non è stato a Pinzolo ma il 28 maggio scorso. È iniziata una nuova vita per Francesco e per tutti i romanisti, non vederlo più in campo con la fascia da capitano ma vederlo in panchina è stato qualcosa di scioccante. Per noi è stata complicata questa stagione senza di lui, sono ancora più contento che sia andata bene, non era facile togliere un simbolo così importante e ricreare questo entusiasmo. Ha trascorso la stagione da dirigente, parlando con Di Francesco con un altro ruolo e un altro punto di vista. All’inizio è stato difficile per tutti, ora lo vedo a suo agio, anche i giocatori lo riconoscono come una figura dirigenziale, è sempre il cazzarone di una volta ma si sta ritagliando che ricoprirà in futuro”.
Il gol di Manolas contro il Barcellona “Questa foto fa ridere, c’è tutto in questa foto. C’è il calcio, lo sport che amo. La cosa più bella sono quelli con la felpa arancione. Questa è la forza di questa squadra, Pellegrini che si abbraccia con un preparatore, Maxime (Gonalons ndr) che ha gli occhi iniettati di sangue. Questa è la nostra forza, Patrik o Gerson, tutti giocatori che magari non si sentivano protagonisti, ma che solo guardandoli in faccia, capirete quanto hanno voluto questo passaggio del turno, questa vittoria e questo sogno. Sogno che poi abbiamo regalato a quelli dietro, ai tifosi, alla curva. Vedere il video delle partite avversarie è fondamentale, lo fanno tutti, ma farlo bene risveglia la coscienza dei giocatori. Ti fa rendere conto che in quelle occasioni quella squadra soffre e gli puoi fare male. Eravamo consapevoli che serviva un miracolo, che dovevamo segnare presto, che dovevamo fargliene un altro non troppo tardi. Tutte cose che poi abbiamo fatto, magari se la rigiochiamo non vinciamo 3-0 ma assolutamente non perdiamo 4-1 se rigiochiamo Barcellona-Roma”.
I tifosi “Sai fai 0-0 fuori casa e vai a giocarti il ritorno di una semifinale con lo stadio pieno dici grazie dove vuoi che vadano se non li a sostenerti. Invece perdi 4-1 a Barcellona e 5-2 a Liverpool e trovi quasi questa violenza simbolica nel tifarti e nello spingerti che ti trasmette una forza e un’intensità clamorosa. Con il Barcellona fu proprio incredibile, già nel riscaldamento si sentiva un calore pazzesco. Quando abbiamo giocato con il Barcellona due anni fa, tanti erano venuti a fare le foto a Messi, Iniesta e ad ammirare i loro campioni, questa volta invece sono venuti tutti per aiutarci a cercare di spazzarli via. Erano consapevoli e convinti che potessimo farcela, quasi loro più di noi. Quella notte fu un unione di tutto che è la fotografia di quanto successo per tutto l’anno, un crescendo di intenti tra noi e loro e un amore che deve essere così, mai intaccato dai risultati della squadra. Certo la squadra deve essere degna di questo grande affetto ma è tornato un po’ quell’amore folle che vivevo quando ero piccolo ed ero semplicemente un tifoso”.
Pallotta “Dopo Roma-Liverpool avrebbe preferito buttarsi su un’altra fontana (ride, ndr), ci è andato vicino. Quando ci ho parlato nell’ultimo anno ho visto nei suoi occhi la voglia di vincere e secondo me ci sta riuscendo, quando viene sa tutto, non è che non si informi benché sia lontano. C’è gente che vuole vincere, lui è uno dei numeri uno in America e anche lui ha dovuto inizialmente capire Roma e ora penso che abbiamo capito, spero possa continuare a rinforzare la squadra. Anche chi c’era negli anni precedenti come Sabatini e Massara deve essere ringraziato, hanno posto le basi per vincere dei trofei”.
Monchi “Nessun dirigente della Roma ha vinto tanto come lui, la strada la conosce. È vero che a Siviglia aveva tutto sotto controllo, qua forse non è stato subito così ma dal punto di vista della voglia di trionfare non è secondo a nessuno, ha voglia di essere sempre presente, ha grande conoscenza calcistica con 2-3 giocatori incredibile, tipo Ünder che non conosceva nessuno. Questa estate sarà un esame importante per lui, io lo ringrazio perché se sono rimasto a Roma è merito suo, si è imposto e gli ho dato ragione”.
Cagliari-Roma, Capradossi al posto di Manolas “Segna sempre Ünder (ride, ndr). Entrammo in campo ancora con l’amarezza di Roma-Liverpool, poi perdemmo subito Manolas e io pensavo che Di Francesco mettesse me o Kolarov in difesa, invece ci ha stupito e ha messo Capradossi, è stato l’emblema del gruppo unito. Lui sa che non gioca mai ma si è sempre allenato, questa è stata una vittoria importante, praticamente l’abbiamo conquistata là”.
Roma-Juventus, saluto finale ai tifosi “È stata una serata divertente, ho portato mia figlia di 13 anni che sembra mia figlia, quest’anno ho portato l’ultima bestia di famiglia (ride, ndr). Se penso a questa partita, penso alle famiglie nel post-gara e ai tifosi che ci accompagnano ovunque. Tutti vogliamo vincere dopo aver visto quello che potrebbe accadere se si vince qualcosa, abbiamo bisogno dei nostri tifosi e noi abbiamo bisogno di loro. Vedere i miei figli con la maglia della Roma e il mio numero mi ha emozionato, poi anche mia moglie mi è molto vicina anche se del calcio le interessa pochissimo, le interessa però della nostra famiglia allargata”.
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