Hanno parlato gli altri. Luciano Spalletti ha ascoltato, non era la cena al ristorante di due sere fa il luogo né il momento del dentro o fuori. Il senso e il peso della serata non cambiano la posizione della Roma nei confronti del suo allenatore: noi siamo questi, ti vogliamo ancora qui, questo faremo, questo vorremmo fare, a seconda del piazzamento finale in campionato. Cambia, però, il punto di vista della questione: ora la palla è al di là della rete, sta a Spalletti colpirla e rispondere. Quando? Ragionevolmente entro un mese. Non perché al tecnico sia stato dato un ultimatum, più che altro perché a metà aprile sarà molto più chiaro lo scenario dei possibili risultati stagionali della Roma. E, riflesso condizionato di questa storia, per quanto la società ritenga Spalletti la prima scelta, a Trigoria non vogliono neppure far passare il concetto che siano disposti ad aspettarlo all’infinito, come non ci fosse un Emery qualsiasi – nome non casuale, riformerebbe la coppia con Monchi – da poter mettere al suo posto.
VIA UN BIG – Pallotta, nel frattempo, è ripartito ieri per Londra. Il resto è un mercato che la Roma vuole continuare a svolgere da protagonista, pur rispettando i paletti delle ultime stagioni. Un big probabilmente sarà ceduto entro il 30 giugno, tutto fa pensare che possa essere Manolas. Il contratto di Strootman è quello più vicino ad essere rinnovato, contatti in questa direzione ci sono stati anche la scorsa settimana. Soldi arriveranno dalla cessione di Skorupski, a centrocampo può partire Paredes ma è in arrivo Kessie dall’Atalanta e con ogni probabilità sarà riportato a casa Pellegrini dal Sassuolo. Non è tutto: in attacco è viva la pista Defrel, già vicino a gennaio. Aspettando Monchi.