Pallotta e Spalletti sono sempre più lontani. Quantomeno geograficamente, visto che l’allenatore, poco dopo le 9 di ieri mattina, è salito su un treno che lo portava in Toscana, dove resterà fino a giovedì. D’altronde, complice la sosta, il tecnico ha concesso alla squadra stremata tre giorni di relax, di cui godranno pure i nervi dell’allenatore. Chi si aspettava il grande appuntamento tra i due, è rimasto deluso: non loro, però. Appuntamenti in agenda non ce ne erano, anche se il tempo per sedersi a parlare stringe. Il presidente ripartirà venerdì, lui e l’allenatore dovrebbero incontrarsi il giorno prima: questo sussurrano i corridoi di Trigoria.
Chi spera possa essere risolutivo, però, s’illude. Alla fine di Roma-Sassuolo il tecnico è sembrato addirittura salutare: «Se insistete non parlo più fino a fine anno, finché non me ne vado». Un addio? Non ancora. Che la distanza esista e sia profonda però lo dimostrano le parole scambiate a distanza dai due: «Decide il mister se restare» sostiene Pallotta. «Facciamo le cose corrette, si decide insieme» la replica dell’allenatore. Per convincerlo c’è una sola chiave: programmi chiari e soddisfacenti. Ma pure qui i due non è che sembrano avere opinioni concordanti. Per Spalletti: «Se fai tutto quello che hai fatto finora, ottieni gli stessi risultati». Ossia, zero titoli. Pallotta invece pare quasi volersi muovere al ribasso: «Spenderemo di più quando avremo lo stadio, ora non possiamo investire cento milioni solo per un nome. Si va avanti col progetto giovani». Il motivo? La Roma durante il mercato estivo dovrà rientrare di 80 milioni per far fronte a un bilancio che rischia di chiudere in profondo rosso, senza i guadagni della Champions.
I nomi degli indiziati sono i soliti: Manolas, che ha più di una parola con l’Inter, poi Paredes, forse persino Emerson, che ha offerte importanti in Inghilterra, anche se preferirebbe restare in Italia almeno un altro anno vista l’imminente convocazione con gli azzurri di Ventura («È un onore molto grande e sono molto contento per questa possibilità», ha detto). Poi c’è il tema dell’adeguamento di Nainggolan, tentato dalle solite offerte super, e quello di Strootman, ancora in alto mare. Ieri Pallotta e il ds pro tempore Massara dovevano parlare di tutto ciò, ma il vertice di mercato è stato rimandato per impegni del presidente con Kaitlyn Colligan e Robert Needham di Raptor (uno dei due potrebbe essere il nuovo direttore operativo con base a Londra).
Si rivedranno oggi: l’ex vice di Walter Sabatini se ne è tornato solitario a Trigoria. Niente annunci sul suo futuro o su quello di Monchi, il ds che ha deciso di lasciare il Siviglia: Baldini spinge perché arrivi, altri “tifano” per l’interista Ausilio, all’Olimpico lo scorso 7 febbraio per Roma-Fiorentina, ma soprattutto giovedì scorso, per Roma- Lione: è rimasto in città pure venerdì, chissà non abbia parlato pure con Pallotta. Intanto, a prescindere dal nome di chi dovrà lavorare, il “progetto giovani” annunciato da Pallotta è partito. Kessie è molto più di un’idea.
Addirittura, c’è chi giura che l’accordo sia praticamente stato chiuso in queste ore. E certo quella del presidente dell’Atalanta Percassi non è una smentita: «Diciamo che la Roma è molto interessata perché vedono in lui un giocatore molto polivalente». Poi c’è Pellegrini: clausola da 10 milioni per riscattarlo dal Sassuolo, ma serve trattare col giocatore. Balla poi la questione rinnovi: Totti potrebbe davvero decidere di smettere. Per De Rossi serve ancora un po’ di tempo.