Il vestito è tirato a lucido, le frasi sono quelle giuste, i gol arrivano puntuali e pure l’Olimpico sembra quello di un tempo. Stavolta la Roma non ha mancato l’appuntamento decisivo di una stagione che la vedrà senza trofei, ma (a meno di clamorosi scivoloni contro Chievo e Genoa) con i 50 milioni della Champions e la sicurezza di poter disputare il prossimo anno la competizione europea più ambita. Non sarà il Paradiso, ma come si dice sulla terra: «Chi s’accontenta gode». Soprattutto se si arriva dietro solo ai marziani juventini con una prospettiva di 87 punti che rappresenterebbe il record di punti della storia romanista. E gode pure Spalletti nel vedere una Roma agguerrita, intensa, compatta che ha strappato il secondo posto dalle mani del Napoli: «Abbiamo giocato da squadra tignosa, abbiamo sofferto con durezza. Ci interessava vincere la gara, non altre cose che alzano polvere. Nainggolan non stava al top, ma ha una grande tigna. La Juve di questi giocatori ne ha qualcuno in più. A qualcuno va stimolato questo animaletto chiamato tigna, ed è mancato in qualche partita importante. Ma questa squadra ha valore». Spalletti pensa agli scivoloni nelle coppe.
Non gode, ancora, la Juve che ha rinviato la festa scudetto e nella ripresa è sembrata distratta dalle due finali di coppa Italia e Champions. I bianconeri erano andati in vantaggio con Lemina, ma la Roma non si è raffreddata e con De Rossi ha trovato subito il pareggio. Nella ripresa la squadra di Spalletti ha aspettato il momento giusto e ha chiuso la partita con le perle di El Shaarawy e Nainggolan. «E’ stata una bella serata, c’erano mille difficoltà – dice fiero De Rossi -. Abbiamo dato una grande risposta. Ci inchiniamo a una squadra di mostri, altrimenti ci saremmo ricordati di questa stagione. Vorremo vincere anche noi, ma bisogna essere realisti. Questa Juve ha fatto la storia del calcio». Emblematico prima del match l’abbraccio tra Totti e Del Piero. Per il capitano, entrato nei minuti di recupero per l’ultima sfida alla Juve ed uscito subito dal campo al triplice fischio, anche uno striscione in Nord: “Rinnovo per Totti”. In tribuna presente Paulo Sousa, uno dei candidati alla panchina giallorossa. Anche se Monchi ribadisce: «Io vorrei continuare con Spalletti». Luciano non si sbilancia: «Se parlo mi dicono che creo confusione, pensiamo alle ultime 2 gare. Mancano solo 15 giorni e lo saprete».