La procura di Roma ha chiesto il rito immediato per 3 dei 19 indagati dell’inchiesta sullo stadio della Roma. Si tratta dell’ex presidente di Acea l’avvocato Luca Lanzalone, del suo collega nello studio legale, Luciano Costantini e Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa. Per il primo è stato chiesto il processo sia per la vicenda Stadio che per Ipa, per gli altri due soltanto per Ipa. Per le altre persone coinvolte in entrambe le vicende si procederà, invece, con il rito ordinario. Ora toccherà al giudice per le indagini preliminari decidere se accordare o meno l’immediato.
Il 30 ottobre erano state chiuse le indagini sull’intero affaire. Sulla rete di favori e consulenze, instaurata dall’immobiliarista Luca Parnasi per assicurarsi il via libera sull’operazione Tor Vergata. Tra gli indagati illustri, assieme a Parnasi figura anche l’ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, il legale paracadutato dalla Casaleggio associati a Roma per sovrintendere all’affare. Lanzalone avrebbe ottenuto proprio la presidenza Acea in cambio della propria opera. Le indagini su Parnasi coinvolgono anche i suoi collaboratori Gianluca Talone, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Luca Caporilli. Il pm Barbara Zuin e il procuratore aggiunto Paolo Ielo ipotizzano, a seconda delle posizioni, i reati di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito. Il 13 giugno scorso, per nove indagati scattarono le manette.
Nell’inchiesta del pm Barbara Zuin, a rischiare il processo ci sono anche diversi politici tra cui Adriano Palozzi, all’epoca dei fatti vicepresidente del consiglio regionale del Lazio per Forza Italia, Michele Civita, ex assessore regionale e attuale consigliere del Pd, Davide Bordoni, consigliere capitolino di Forza Italia e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. Uno degli ultimi atti è stata proprio la perquisizione a casa e nell’ufficio di Prosperetti.
Quella del costruttore Luca Parnasi e dei suoi cinque collaboratori, era una associazione a delinquere nata con l’obiettivo di “commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio”. Si legge nell’avviso di conclusione delle indagini dello scorso 30 ottobre.
Secondo i pm, Parnasi, “capo ed organizzatore” dell’associazione a delinquere di cui facevano parte i suoi soci Luca Caporilli, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone e Simone Contasta, avrebbero “avvicinato pubblici ufficiali” e “compiuto operazioni di intermediazione illecita” con la “promessa di dazione di denaro e di altre svariate utilità”
I pm ipotizzano un giro di corruzione sul via libera al progetto, sia pure con un taglio di cubature che avrebbe influito sulle infrastrutture necessarie previste dalla formulazione originaria.
Sempre a fine ottobre era stato notificato l’avviso di conclusione indagini anche a Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola assessore allo sport del X Municipio, l’architetto Paolo Desideri, Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Luciano Costantini, dello studio Lanzalone, e poi a Stefano Sonzogni, Mariangela Masi e a Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact.