Lo Stadio della Roma di Tor di Valle torna a far litigare una politica verbosa, ignorante e dilettantesca. Questa volta a parti invertite rispetto al cliché degli ultimi anni con i grillini che accusano il Pd di voler sabotare il progetto e il Pd ad accusare i 5Stelle di non fare gli interessi della città. Da registrare lo scontato voto favorevole della Commissione Sport sul progetto Stadio e, per oggi, le sedute congiunte delle altre commissioni (Urbanistica e Mobilità; Lavori pubblici e Ambiente) per i rispettivi pareri. E mentre si attende sempre oggi la pronuncia del IX Municipio, il Campidoglio ha deciso di non richiedere il parere del Municipio XI. La motivazione è che ad insistere sul territorio del Municipio guidato da Mario Torelli (M5S) è il solo ponte ciclopedonale dalla stazione Magliana sulla ferrovia Orte-Fiumicino, opera su cui il parlamentino del Portuense si è già espresso a suo tempo rendendo, quindi, superflua una nuova pronuncia e sollevando le ire dell’ex presidente, Maurizio Veloccia (Pd).
L’ex assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, «papà» della vecchia delibera di pubblico interesse, poi, spedisce una lettera al presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito. Nella missiva Caudo scrive: «La rivisitazione del progetto configura evidenti vantaggi al proponente in termini di accresciuti profitti, stimati in diverse decine di milioni di euro a fronte di una sostanziale riduzione per Roma Capitale della patrimonializzazione in opere che consolidano il pubblico interesse». E, a sostegno cita la riduzione del 60% delle opere pubbliche contro una riduzione del 40% della cubatura, con il relativo taglio del valore delle opere di urbanizzazione (-15%) e l’uso del contributo costo di costruzione per pagare opere a servizio dello Stadio. Dall’analisi dell’ultima versione delle carte del progetto definitivo, poi, emerge una non corrispondenza sulla ripartizione dei costi degli investimenti fra quanto stabilito dalla delibera Raggi (che comunque è quella che fa testo) e i conti economici del progetto. I proponenti inseriscono fra le opere da compensare con le cubature il nuovo asse di collegamento dell’Ostiense con la Roma-Fiumicino (10,9 milioni di euro) che nella delibera non è elencato. E la delibera annovera invece fra le compensazioni un milione e mezzo per la sistemazione delle aree golenali, cosa che nei conti del progetto non c’è, come non c’è fra le opere a compensazione l’investimento di 2,7 milioni per i due pontili di attracco sul Tevere che, invece, la Raggi inserisce nella delibera.
Altro punto interrogativo è il parco fluviale, già previsto nel progetto Marino e rivendicato dalla Raggi come un personale successo della sua Amministrazione. Nella delibera il costo di 10,7 milioni per questo parco viene annoverato fra le opere da compensare con cubature. Nella tabella del progetto, invece, il parco costa solo 7,3 milioni e rientra, con i 36 milioni destinati alla Roma-Lido, nei 43 del contributo costo di costruzione (la «tassa» che si dovrebbe pagare in contanti al Comune e che potrebbe essere investita come meglio crede il Consiglio comunale, non per forza sul quadrante di Tor di Valle). La delibera, invece, riporta come contributo costo di costruzione un totale di 45 milioni di euro che sarà destinato al «revamping/acquisto» di treni per la Roma-Lido oppure per pagare «eventuali maggiori costi o nuove opere pubbliche».