Prima la stretta attualità. Come ampiamente previsto, il ricorso della Roma avverso alla squalifica per due giornate di Kevin Strooman (simulazione che ha portato alla concessione del rigore nel derby peduto 3-1 contro la Lazio) non è stato accolto. Troppo chiara la dinamica dell’episodio. Il giocatore non si è presentato di fronte alla Corte Sportiva d’appello – c’erano invece l’amministratore delegato Gandini e l’avvocato Conte – che ha confermato la decisione del Giudice Sportivo, al termine dell’udienza durata circa un’ora. Un tempo tecnico. Spalletti, così dovrà fare a meno dell’olandese domenica sera, a San Siro, contro il Milan (arbitrerà Rizzoli) e in Roma-Juventus del 14 maggio. Contro i rossoneri sarà assente anche Rudiger, espulso da Orsato nei minuti di recupero del derby (una sola giornata di stop).
Poi il futuro, diviso tra calciomercato e ipotesi sul futuro allenatore. Nel primo caso si parla, naturalmente, di Kessie. Ieri, allo studio Tonucci, si è tenuto un incontro tra il nuovo d.s. Monchi, il suo collaboratore Massara e il presidente dell’Atalanta, Percassi. La notizia, però, era un’assenza: quella di Atangana, il procuratore del giocatore ivoriano, che si era invece incontrato con i vertici del Milan (l’amministratore delegato Fassone) perché la sua volontà è portare il suo assistito in rossonero. Il Milan avrebbe alzato l’offerta all’Atalanta a 35 milioni (inclusi bonnus) e promesso al giocatore 2 milioni netti, a salire, contro il milione e 200mila euro iniziali della Roma. Il club giallorosso, forte dell’accordo con l’Atalanta fissato mesi fa (28 milioni, bonus compresi, da pagare nel 2018) , continua a essere ottimista, ma al Milan sono convinti della possibilità di sorpasso, proprio in virtù dell’intesa con il procuratore.
Dopo la conferenza stampa di presentazione, Monchi ha parlato a Onda Cero, facendo un primo paragone tra passato andaluso e presente giallorosso: «Roma e Siviglia fanno un mercato simile, anche se la Roma ha un budget maggiore, quasi il doppio. La Roma non va al prodotto finale da 50 o 80 milioni: non va da Pjanic ora che è alla Juve, ma ci va prima; prende Marquinhos dal Brasile, non dal PSG. Però, rispetto al Siviglia, ci sono un po’ di soldi in più, basta guardare il monte ingaggi dei due club». Monchi ha risposto anche sull’allenatore: «Emery? L’ho sentito un mese fa, sapendo che stavo per andarmene, voleva dirmi “in bocca al lupo” e chiacchierare da amico. Marcelino? Mi ha mandato un messaggio 15-20 giorni fa, però non ci ho parlato di persona. Allenatore spagnolo alla Roma? Qui c’è un tecnico che voglio convincere a restare, conquistandolo con il mio lavoro. Il desiderio è che Spalletti resti alla Roma. Poi, se deciderà di andarsene, io e la società penseremo il da farsi». Monchi, in realtà, ha nascosto il vero obiettivo: Ernesto Valverde, dell’Athletic Bilbao. Il problema è che Valverde è nella lista ristretta dei possibili successori di Luis Enrique al Barça e, perciò, tutto è congelato.