Dopo la stroncatura della prima conferenza dei servizi, l’iter per la costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle, con annesso “Ecomostro” di uffici, alberghi e negozi, riparte da zero. Ieri i privati hanno spedito alla Regione i faldoni con tutte le modifiche apportate dopo la sfilza di pareri negativi incassati al primo tentativo di edificare quasi 600mila metri cubi, in violazione del Piano regolatore, in un’area ad alto rischio idrogeologico. I tecnici della Pisana hanno quindi iniziato a protocollare le carte; entro cinque giorni lavorativi (probabilmente tra mercoledì e giovedì) gli atti verranno inoltrati a tutti gli enti coinvolti nella conferenza che dovrà decidere se approvare o bocciare definitivamente il progetto. A quel punto scatterà il contdown: i tecnici di Regione, Comune, Città metropolitana, Ministeri e autorità varie avranno 90 giorni di tempo, come prevede la legge, per fornire la valutazione finale sull’operazione calcistico-immobiliare già cassata dall’Istituto nazionale di Urbanistica e da tutte le principali organizzazioni ambientaliste del Paese, da Legambiente a Italia Nostra.
In tre mesi gli esperti dovranno valutare se i proponenti sono riusciti a superare tutte le criticità evidenziate durante la prima conferenza dei servizi, che si è chiusa con un esito negativo. I dubbi principali, oltre a quelli di carattere urbanistico, riguardano i trasporti: perché dopo la sforbiciata alle cubature chiesta dal M5S, sono state tagliate anche diverse opere pubbliche a carico dei privati. È saltato il prolungamento della metro B, nella nuova delibera non viene precisato quanti saranno i nuovi treni per potenziare la malandata Roma-Lido. E soprattutto è sparito dal progetto il “ponte di Traiano”, che avrebbe dovuto essere pagato dai proponenti. In quell’area è prevista solo la costruzione del Ponte dei Congressi, che però è finanziato dai fondi statali del Cipe e che è stato bloccato dal Consiglio dei lavori pubblici. Anche per questo il Ministero dei Trasporti, ad agosto, aveva espresso «parere negativo».