Operazione Kolarov. E’ una missione riservata, da sviluppare lontano dal clamore mediatico, impostata in vista di un solo obiettivo: riavere il giocatore il prima possibile per preparare il derby.
TORNI? – La Roma ha già preso contatti con la federcalcio serba, grazie ovviamente alla collaborazione del giocatore che è partito con i compagni per il tour in Estremo Oriente: domani, in coincidenza con il compleanno numero 32, giocherà a Guangzhou contro la Cina di Marcello Lippi mentre in teoria martedì dovrebbe essere in campo a Pusan contro la Corea del Sud. La speranza di Eusebio Di Francesco è che, trattandosi di una doppia amichevole, il ct Muslin liberi Kolarov subito dopo l’impegno cinese, consentendogli di saltare la tappa in Corea.
ALTERNATIVA – Il problema riguarda anche il laziale Milinkovic. Se dovessero giocare anche la seconda partita, i due serbi partirebbero mercoledì per essere disponibili solo giovedì, con il peso del fuso orario e di un viaggio molto stancante. Siccome il derby comincia solo due giorni dopo, il rischio di Roma e Lazio di non averli al massimo delle loro possibilità è molto concreto. Da qui la richiesta avanzata dalla Roma che, vista l’anzianità di servizio di Kolarov, potrebbe essere accolta.
EMOZIONE – In ogni caso Di Francesco non rinuncerà a lui, padrone indiscusso della fascia sinistra sin dai primi giorni di allenamento estivo a Boston. La sua personalità e la sua applicazione hanno stregato l’allenatore, che finora lo ha lasciato fuori soltanto nella partita contro il Bologna per consentirgli di rifiatare. Figuratevi se rinuncerà a Kolarov nella partita più sentita, dalle due tifoserie e anche dallo stesso giocatore che per la prima volta affronta la Lazio da avversario. Dall’altra parte, Kolarov aveva segnato un gol molto importante (con il piede destro) in un derby vinto 4-2 dalla sua squadra. Ma stavolta, come ha promesso in estate, darà «il 101 per cento per la Roma. E se segno un gol importante per la mia squadra, certamente esulterò». Senza rinnegare il passato – tre anni di Lazio tra il 2007 e il 2010 prima del passaggio al Manchester City – ma anche senza rinunciare a vivere al top il presente e il futuro.
ARRIVA – E se l’insostituibile Kolarov spera di lasciare il marchio nel derby, alle sue spalle si scalda un altro terzino sinistro: Emerson Palmieri, che è già andato in panchina domenica scorsa a Firenze e che nelle prossime settimane tornerà finalmente in campo. Dopo la rottura del crociato capitata il 28 maggio, all’inizio del Totti day, Emerson ha lavorato con passione e attenzione tutta l’estate per perdere il minor numero di partite possibile. A cinque mesi e mezzo dall’infortunio riscoprirà il gusto di fare il calciatore, con una certa calma perché «non sono ancora al 100%, mi sembra di andare a cinquanta mentre gli altri vanno a mille – ha detto a Ultimo Uomo – Però è normale. L’unica cosa è che sento ancora un po’ di timore quando vado nei contrasti, ma anche quello è normale».
RINCORSA – Uno dei suoi obiettivi, nascosti almeno quanto la missione per Kolarov, è conquistare un pass per il Mondiale. Perché il brasiliano Emerson, prima che saltasse il ginocchio, aveva scelto di giocare con l’Italia, il suo Paese d’adozione. Domani tiferà con tutto il cuore per gli amici De Rossi, El Shaarawy e Florenzi.