I fischi dell’Olimpico, da mettere in preventivo dopo la figuraccia di Firenze, non sono certo per il pari contro il Milan: 1-1, esibizione decente e in crescendo. La Roma gioca meglio dei rossoneri, ma paga l’ennesima distrazione e la rimonta non è completa nemmeno nello spareggio Champions. Gattuso si tiene il 4° posto, in vantaggio di 1 punto (e diventerebbero 2 in caso di arrivo al traguardo alla stessa quota). Di Francesco, nonostante l’emergenza, ritrova almeno il comportamento di squadra. Già è qualcosa.
ALLEANZA PLATEALE – Passano 15 minuti e la Sud, ricordato Antonio De Falchi, si svuota per metà: è la protesta della tifoseria contro la società, l’allenatore e i giocatori. Il più colpito è ancora Pallotta. La gente chiede rispetto e lo mette per iscritto. Da copione, dopo l’umiliazione di mercoledì al Franchi contro la Fiorentina. Anche perché niente è cambiato dopo il vergognoso 7-1 e l’eliminazione dalla Coppa Italia. Ma se Monchi ha fatto di nuovo scudo a Di Francesco che da settembre è nel mirino di Pallotta, l’allenatore ha provato a ricambiare al momento di scegliere la formazione di partenza (30esima stagionale) dando spazio, per sei-undicesimi, a giocatori portati a Trigoria dal ds: Olsen, Karsdorp, Kolarov, Schick, Pellegrini e Zaniolo.
La Roma è simile a quella schierata nella ripresa a Firenze e crollata dopo la gaffe di Cristante e l’espulsione di Dzeko. Anche il sistema di gioco è identico, quel 4-1-4-1 che, con il rientro di De Rossi da play, garantisce maggior equilibrio all’assetto. Vulnerabile, a contare i 12 gol presi nelle ultime 3 partite prima di incrociare Piatek che si è fatto subito riconoscere. Karsdorp si riprende il posto di terzino destro, con Schick subito davanti e con Florenzi spostato sull’altra corsia, da esterno alto, a formare la catena di sinistra con Kolarov. Dzeko è il centravanti. Lo assistono Zaniolo e Pellegrini: doppio trequartista.
Se Schick e Florenzi partono larghi, le mezzali si alzano per l’inserimento in area avversaria. Di Francesco, insomma, non pensa solo alla fragilità difensiva. Il Milan, nessun gol incassato in 3 partite, è compatto e organizzato nel suo 4-3-3. Bakayoko, regista e interditore, lascia la corsa a Kessie e la qualità a Paquetà. Dzeko conclude di sinistro, Donnarumma devia in angolo. I giallorossi non riescono, però, a essere efficaci: colpa dell’atteggiamento prudente scelto da Gattuso.
SOLITO REGALO – Piatek, già in gol all’Olimpico il 17 dicembre con il Genoa e sempre sotto la Sud, lascia presto il segno. L’omaggio al nuovo centravanti rossonero è però della Roma: Pellegrini, lato Tribuna Tevere, si fa strappare il pallone di Paquetà che chiama a rimorchio Piatek. Che, anticipando Fazio a centro area, con l’esterno timbra per il vantaggio: 22° gol stagionale e 1° in A con il Milan. I giallorossi chiudono all’attacco il 1° tempo: chance per Zaniolo, per Schick e soprattutto per Dzeko. Donnarumma è in serata. Bastano 25 secondi, dopo l’intervallo, per il pari. Karsdorp che va al cross dalla destra, Schick che usa il tacco e inganna Musacchio e Zaniolo che esplode il destro dentro la porta. L’azione è dedicata al biennio di Monchi sul mercato.
La Roma ritrova subito il coraggio e anche la spensieratezza. I giovani, guidati da De Rossi, tentano il ribaltone. Di Francesco, con El Shaarawy per Florenzi, asseconda la squadra. Gattuso accetta la sfida: Castillejo per Paquetà, con Calhanoglu abbassato a centrocampo. Entra anche Kluivert per Schick. Gran finale giallorosso: Pellegrini gira di testa, su pennellata di Kolarov, e colpisce il palo (13° stagionale). Ecco, prima del recupero, Santon per Karsdorp, Laxalt per Suso e Cutrone per Piatek. Olsen salva su Laxalt. Parata che vale il 5° risultato utile consecutivo. Mai accaduto fin qui in questo torneo.