Adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma, e scritte antisemite di ogni tipo lasciate su vetrate e muri dell’Olimpico. L’ultimo affronto degli ultrà laziali è stato servito domenica sera nella sfida contro il Cagliari in Curva Sud (quella abitualmente occupata dai romanisti) dove i tifosi biancocelesti erano stati “dirottati” vista la squalifica di due turni della Nord per “buu” razzisti verso due giocatori di colore del Sassuolo. I laziali però sono rientrati dalla finestra grazie a uno escamotage: sospensione degli abbonamenti e vendita dei tagliandi di Sud alla cifra simbolica di 1 euro. Purtroppo nemmeno la paura di una nuova squalifica ha impedito l’ennesima idiozia. «Un affronto ironico verso i romanisti», per i gruppi laziali che hanno postato le foto della bravata sui social.
Ma quegli adesivi – accompagnati dalla firma Irriducibili e apparsi nei mesi scorsi su alcuni muri di Roma – vanno ben oltre l’ironia. «Questa non è una curva, questo non è calcio. Fuori gli antisemiti dagli stadi. Come può entrare quel fotomontaggio in curva?», la presa di posizione su Twitter di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma dove oggi alle 12 si recherà il presidente della Lazio Lotito. Via social e attraverso le radio i sostenitori biancocelesti gridano al «complotto ordito dai romanisti». I fatti accaduti all’Olimpico sono inoltre all’esame della procura della Federcalcio guidata da Giuseppe Pecoraro che oggi aprirà un’indagine. La Questura ha appreso con molto ritardo della vicenda visto che non era arrivata alcuna segnalazione dagli steward. Dure le reazioni politiche. «Ha ragione Dureghello, questo non è sport», il tweet del sindaco Raggi. «Un fatto gravissimo, i colpevoli vanno individuati e condannati», le parole del Ministro dello Sport Lotti.