Di Francesco allontana i guai dalla sua panchina e torna alla vittoria contro il Sassuolo, contro il suo passato e contro il figlio Federico, entrato solo nel finale. La Roma ha conquistato i tre punti in maniera netta, in una partita che non ha mai avuto storia. Ben diversa era stata la vittoria sul Genoa di undici giorni fa, arrivata tra
affanni e insicurezze. Ieri sera invece si è rivista la Roma della passata stagione, con la qualità del palleggio, la cura degli schemi, la ricerca continua del pressing nella metà campo avversaria. E’ stato un successo importante anche in prospettiva, perché si è sbloccato Schick (la sua migliore prestazione stagionale, gol a parte), perché si è rivisto finalmente Perotti, perché soprattutto Zaniolo ha confermato di essere un giovane con un grande futuro davanti: ha realizzato il primo gol in Serie A (è il sedicesimo giocatore della rosa a segnare, nessuna squadra ha fatto meglio nei cinque migliori campionati europei), con una freddezza da veterano. La Roma risale lentamente la classifica, ora è al settimo posto e il quarto, occupato dalla Lazio, è sempre a quattro punti. La panchina giallorossa non traballa più. E’ prevalsa la linea di Monchi.
SI RIVEDE PEROTTI Di Francesco ha portato in panchina Dzeko ed El Shaarawy, appena recuperati, ma non ancora al cento per cento. Perotti è tornato titolare, l’unica volta era accaduto a Bologna, il 23 settembre. Erano ancora out De Rossi e Lorenzo Pellegrini, con Santon che si è infortunato nel riscaldamento. Le scelte del tecnico sono state quasi obbligate, le ha fatte senza rinunciare al 4-2-3-1, come aveva fatto nel primo tempo contro la Juve. De Zerbi si è affidato a una squadra molto giovane, con Lemos, Brignola e Dell’Orco praticamente esordienti. Il tecnico del Sassuolo, che ha raccolto il testimone di Di Francesco, puntando sulla qualità del gioco, ha cominciato con il 3-5-2, ma dopo pochi minuti è passato al 4-4-2, con i due esterni di centrocampo molto offensivi e Berardi che ha girato intorno a Babacar. Nel Sassuolo è partito dalla panchina Di Francesco, figlio dell’allenatore della Roma.
TANTO SCHICK La partita per la squadra giallorossa si è messa subito bene. Dopo pochi minuti Giacomelli ha punito un contrasto tra Ferrari e Schick con il rigore. Sono passati tre minuti di silent check e il Var ha confermato la decisione dell’arbitro. Perotti dal dischetto è tornato al gol. Non accadeva da marzo. Poi è stato proprio Schick a firmare il raddoppio, lo ha cercato con rabbia, cancellando le debolezze dei mesi scorsi. La rabbia e la caparbietà con le quali
ha cercato il gol, il saper restare in partita fino a quando è stato sostituito da Dzeko fanno sperare Di Francesco. Nella ripresa il risultato è stato messo al sicuro da Zaniolo, ma la Roma ha continuato a macinare gioco e a creare occasioni, aumentando anche il possesso palla rispetto al primo tempo. De Zerbi ha provato ad alzare il baricentro con i cambi, e l’ingresso in campo di Di Francesco e Locatelli ha trasformato il Sassuolo nel 4-3-3, ma i suoi giocatori nel corso della ripresa hanno mollato. Al novantesimo l’unica disattenzione della difesa, fino a quel momento concentrata e
compatta, ha portato al gol di Babacar. Questa vittoria può segnare una svolta nella stagione della Roma. Perché Di Francesco può ripartire da qui per rimettere a posto la classifica in campionato, in attesa degli ottavi di finale di Champions League, per essere ancora protagonista come nella passata stagione.