Dal ritiro di Pinzolo, dove si sta allenando la Roma Primavera, il giocatore Federico Nardini, ha rilasciato un’intervista dove ha parlato del ritiro, degli obiettivi di squadra e personali, della Nazionale e della continuità:
Federico Nardin, siamo nel mezzo di questo ritiro a Pinzolo, tra l’altro a telecamere spente mi dicevi che sei stato grande frequentatore di questi posti, ma in vacanza cambia un bel po‘… “Sì, diciamo che qui con la squadra, con il gruppo fatichiamo di più. Io ci sono venuto con la mia famiglia per nove anni di fila in vacanza d’estate e mi sono sempre trovato bene, però c’era tutta un’altra atmosfera”.
Quanto fa gruppo un ritiro del genere? “Questo è il mio primo ritiro con la squadra e devo dire che non me lo aspettavo. Leghi con i compagni in modo eccezionale, in modo diverso anche di quando sei a Trigoria e qui stiamo bene, viviamo nuove esperienze, respiriamo altra aria, quindi non me lo aspettavo. Tu hai fatto anche ritiro con la prima squadra”.
Un ritiro del genere in primavera quanto aiuta i più piccoli, i più giovani ad avvicinarsi anche al professionismo? “Io ho fatto l’anno scorso ritiro in prima squadra, mi sono trovato bene e quest’anno invece facendo questo ritiro capisco quanto questo possa aiutare e far avvicinare diciamo i più piccoli, anche anche noi, il più possibile all’ambito prima squadra”.
Questo ritiro soprattutto sembra un vero e proprio ritiro di una prima squadra. Le strutture, i campi, le doppie sedute, cosa terresti e cosa cambieresti? Facciamo questo giochino… “Diciamo che terrei tutto, perché tutto aiuta a crescere, anche le cose che magari uno può pensare che non ci aiutino invece sono proprio quelle che ci fanno crescere e quest’ambiente, l’essere soli, c’è poca gente, pochi ragazzi della nostra età, ci aiuta molto a concentrarci sui nostri obiettivi”.
Poche distrazioni, obiettivi, quali sono quelli di squadra e quelli tuoi personali di questa stagione? “Allora vorrei partire con quelli del gruppo, perché secondo me sono quelli che poi ci aiutano a raggiungere i nostri personali. I nostri obiettivi sono di arrivare fino in fondo, di crescere il più possibile e soprattutto, anche se è ripetitivo, creare veramente un gruppo, perché se c’è un gruppo automaticamente si arriva fino in fondo”.
Mi sa che ti dispiace andartene via da questo ritiro, però la Nazionale è la Nazionale… “Sì, mi dispiace perché vorrei viverlo fino in fondo, però quando chiamo la Nazionale fa sempre… è un onore, fa piacere, quindi si risponde sempre. C’è un blocco molto importante di romanisti in Nazionale, un blocco tra l’altro che ha vinto”.
Quanto è bello rappresentare la Roma in Nazionale in maglia azzurra? “Per me è un onore grandissimo e speciale perché andare in Nazionale e farlo venendo da un club così importante, con dei ragazzi che alla fine diventano dei amici così forti e così legati tra di noi, è veramente unica come cosa”.
Torniamo alla Roma e agli obiettivi stagionali. Ne parlate della semifinale dell’anno scorso come stimolo per riprendervela, quantomeno la finale e magari anche lo scudetto? Ne parliamo? “No, poco, perché fa male, però lo stimolo dentro di noi c’è sempre, c’è e ci sarà sempre, perché è stata una sconfitta che a me ha fatto molto male, ce l’ho pensato tutta l’estate, però è quella sconfitta che poi ti aiuta a crescere e a ripartire più forte di prima con nuovi obiettivi”.
Lo scorso anno già protagonista, qualche piccolo rallentamento dal punto di vista fisico che forse ti ha tolto qualche presenza. Quello che speri di questa nuova stagione oltre ai successi del gruppo è soprattutto più continuità? “Vorrei avere molta più continuità rispetto all’inizio dell’anno scorso, perché purtroppo ho avuto degli infortuni, però quest’anno sono molto concentrato, sono focalizzato, voglio dare il massimo senza distrazioni e aiutare il gruppo il più possibile”.
È la seconda volta che parli di distrazioni, hai fatto uno scatto mentale, ti senti più maturo, più protagonista, più pronto ad aiutare il gruppo… “Esatto, come dicevo anche prima, dopo la semifinale, dopo un anno comunque complicato tra alti e bassi, quest’anno mi sento molto più maturo anche a livello personale e che posso dare qualcosa in più a questo gruppo, magari anche ai più piccoli, aiutandoli con la mia poca esperienza, facendogli capire quanto sia importante anche un singolo allenamento o questo fantastico ritiro che può veramente aiutarci”.
Pensi sia l’anno non della consacrazione ma l’ultimo step prima del sogno? “Io penso che lo dimostrerò”.
FONTE: AS Roma You Tube











