Alla vigilia della partita contro la Roma, l’allenatore del Torino, Paolo Vanoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni:
Come sta la squadra? “La squadra sta bene, abbiamo recuperato bene. Quando arrivano risultati positivi si recupera meglio e più in fretta”.
Ci sono margini di miglioramento? “Guardo al collettivo in tutte e due le fasi. Per migliorarci tendiamo a guardare le cose negative ma oggi ho fatto vedere ai ragazzi quanto di buono stiamo facendo: è la strada giusta, i processi sono lunghi ma sono contento”.
Che atmosfera si aspetta all’Olimpico? “Giocherei sempre in questi stadi, è lì che dimostri la personalità. Anche con tanti tifosi che ti applaudono o che ti insultano”.
Che insidie ci sono per il match contro la Roma? “Sono costruiti per arrivare a obiettivi completamente diversi. Dovremo stare attenti perché sono giocatori che possono ritrovare motivazioni importanti davanti al loro pubblico. I campioni possono risolvere le gare individualmente. Dovremo essere bravi a gestire la partita, ci saranno molte partite sotto l’aspetto emotivo e dovremo capire i momenti”.
Come stanno Sosa e Ilic? “Sosa domani è con noi, sono contento: abbiamo fatto una valutazione sbagliata sull’infortunio. E quando parlo di mediocrità mi riferisco proprio di questo: bisogna crescere. E’ stato Sosa a voler approfondire il discorso, per fortuna è già rientrato. Con Ilic siamo in dirittura d’arrivo, speriamo che torni per la Fiorentina. Mediocrità? Dobbiamo imparare a non sbagliare: quando si vuole arrivare ad alti livelli, tutte le aree devono fare uno step. Sbagliare è umano ma voglio di più da tutti, me compreso: le partite non si vincono solo sul campo ma anche nei dettagli, nel fare l’antinfluenzale prima perché hai i bambini, anche l’agronomo deve dare di più… Tutti!”
Come vede Juric? “Juric ha fatto un ottimo lavoro, io ho le idee diverse ma come tutti gli allenatori. Finché non dimostro di fare più punti di lui, vuol dire che è stato bravo. E lui ha l’opportunità di far vedere il suo valore in una squadra importante. Quando giochi uomo su uomo, l’interpretazione farà la differenza: gli inserimenti senza palla, gestire i momenti. E i centrocampisti saranno fondamentali”.
Come sta Vlasic? “Sta benissimo. Non mi stupisce il suo andamento: è stato fuori quattro mesi, non si può pretendere che trovi subito ritmo partita. Bisogna farlo giocare, come tutti i recuperi fai la prima con entusiasmo, poi vai un po’ giù e ora deve tornare ad essere decisivo con le sue qualità”.
La difesa è cambiata tante volte… “Si può variare anche in funzione degli avversari o delle caratteristiche. In futuro potremo anche giocare a quattro e variare nei quinti: un processo di costruzione non finisce dopo 10 partite. Le costruzioni delle squadre forti hanno bisogno di tempo, quando parlo di fase difensivo parlo di tutti: i centrocampisti contro il Como hanno lavorato male e le punte devono fare meglio. Sono meccanismi ancora da trovare”.
Come sta vedendo Adams? Sta soffrendo la pressione? “Non ho mai visto uno scozzese che sente la pressione… Sta facendo un grandissimo campionato, anche lui arriva da un paese diverso: tutti pensiamo che qui in Italia sia facile ma c’è molta tattica. E la richiesta degli allenatori è molto tattica. Sono contento di Adams, sente e vede la porta e farà i suoi gol. Ora deve aiutare la squadra”.
E in queste ultime tre gare? “Dobbiamo cercare un’altra identità: avevamo un giocatore forte Duvan, faceva reparto da solo e la squadra era costruita intorno a lui. Non è facile per nessuno quando togli l’attaccante più importante…Ora stiamo cercando nuovi assetti, ci sta che una punta passi qualche gara senza gol ma le prestazioni di Adams ci sono sempre state”.
Secondo lei la società sta crescendo? “La sto cercando per quanto riguarda il mio contesto. Sono straconvinto che l’unione faccia la forza, i dettagli non passano solo attraverso il campo ma attraverso il quotidiano. E dipende da tutti, da ogni persona io pretendo di più. E io mi metto in prima linea perché sono il responsabile. Ma stiamo facendo piccoli passi già da quest’estate, anche se la costruzione di qualcosa di importante non avviene in poco tempo”
Da parte della società però c’è ritardo, pensiamo anche a Buongiorno e Bellanova… “Io ho parlato di altre cose”.
Ma c’è ritardo? Magari sulle strutture… “Parlo di ciò che posso controllare. Su quello che non posso, posso dire che si può migliorare. Voi uscite dal discorso, io controllo ciò che posso migliorare. E sono gli ambienti dove lavoro e le persone con cui lavoro. Io non posso controllare cose che non ho in mano. E’ giusto crearsi obiettivi vicini: non posso parlare di stadio o centro sportivo, sono sogni che ci diciamo. E’ come l’obiettivo: posso vincere lo scudetto? A parlare siamo bravi tutti, ma come si raggiunge? E il come si raggiungere sono gli obiettivi brevi. Che sono i tre punti, arrivare alla salvezza, poi l’Europa League…Per arrivare lì, bisogna costruire micro-obiettivi per arrivare al macro-obiettivo. E così si può arrivare al nostro sogno. Io mi pongo sogni, per raggiungerli mi pongo micro-obiettivi: ed è quello che ho detto alla squadra. Il come passa attraverso i miglioramenti, non commettere errori dentro e fuori dal campo, i dottori che devono dare di più…Tutti. Io, gli obiettivi, li raggiungo così”.
Come vorrebbe arrivare al dopo derby tra Roma, Fiorentina e Juve? “Voglio rivedere la determinazione vista con il Como, oltre alle prestazioni. Nel primo tempo con il Como siamo mancati, nella ripresa siamo stati più fluidi. Dobbiamo essere concentrati a non prendere gol e anche a conquistare i tre punti, oltre a sapere che tutto passa attraverso la prestazione”.
Come si gestisce Njie? “Deve fare ciò che ha fatto fino adesso, poi dipenderà anche dalle persone che gli girano intorno. I giovani hanno sfruttato le loro chances, sono stati bravi, e anche Dellavalle ha fatto gol: è importante anche mettersi in gioco altrove, è un esempio. Ho mandato Balcot, Ciammaglichella e Gabellini in Primavera e hanno perso 3-2, con la Juve non c’erano e hanno vinto…Bisogna lasciare tranquilli i giovani e farli crescere. Njie deve sapere che per noi è un ragazzo importante, ma deve stare con i piedi per terra. E dipende anche da voi. Io è dall’inizio che gli tiro schiaffi…(ride, ndr). Come ai miei figli”.
In questo mese il gruppo ha capito la sua filosofia? Sono arrivate risposte? “Bisogna fare uno step per volta: la vittoria contro il Como, per come è arrivata, mi ha fatto vedere questo”.
Ricci in cosa deve fare uno step? “Dipende anche da tutta la squadra…Gli ho fatto vedere cosa deve migliorare: il centrocampista forte è quello che vede subito la giocata davanti, a volte rallenta un po’ e non è così veloce a vedere la palla in profondità. Ma è bello parlare con Ricci, se ne accorge e ne è cosciente”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma