Alle 13.00, l’allenatore della Roma, Daniele De Rossi, e il difensore, Gianluca Mancini, risponderanno alle domande dei giornalisti nella conferenza pre gara di Roma-Brighton, semifinale di andata degli ottavi di finale di Europa League. Segui la diretta tramite il nostro profilo Instagram:
DE ROSSI Quali sono le difficoltà per la partita di domani? Il rapporto con De Zerbi… “Ho sempre detto di avere una grande amicizia con Roberto, fin da quando ero un calciatore, dopo la gara chiacchieravamo e gli esprimevo l’ammirazione del calcio che proponeva. Il Brighton non è soltanto lui, hanno acquistato molti giocatori buoni e bravi e mi aspetto una gara difficile”.
Il 50esimo soldout… “Ripeto un po’ quello che ha detto Mancini. L’unione delle due cose sarà importante. Penso che per qualsiasi calciatore è molto bello giocare qui, ma penso che anche loro sono abituati a giocare in stadi pieni in Premier, ma credo che qui il calore sarà un po’ più alto”.
Che partita si immagina domani? Quanto vale il nono posto in Premier del Brighton rispetto alla Serie A? “Non è facile fare un paragone. Sicuramente sono un club emergente, non ha la storia decennale. Credo che Roberto dia dando un qualcosa di riconoscibile nel mondo, un marchio che si porta dietro. Da noi quarto è il Bologna e Roberto ha portato qualcosa di simile al Sassuolo. Penso che sia una cosa simile, ma ripetibile sono se hai un allenatore con grandi idee o una società che può comprare calciatori giovani.
A tre o a quattro? “Non te lo dico”.
Domani la Roma dovrà essere più istintiva o riflessiva? “Tu fai distinzione tra istinto e ragione con squadra difensiva o offensiva. Non ne faccio una correlazione diretta io. Penso che la Roma è una grande squadra che deve rispettare il Brighton e come gioca, ma noi siamo la Roma. Penso che sarà una grande partita. La prima cosa che dobbiamo sapere che il Brighton mette a giocare nella propria metà campo il Manchester City, il Chelsea, il Liverpool, l’Arsenal. A volte prende delle imbarcate. Ci saranno varie partite all’interno della partita. Noi dovremmo essere bravi a giocarle e a vincerle entrambe. Dovremmo essere bravi quando avremo palla, e spero il più possibile, sia quando, di fronte a una squadra che lo fa benissimo e lo fa contro giocatori molto forte”.
Quinto posto può valere un posto Champions… “Noi giochiamo le nostre partite per vincere. Magari possiamo dare un occhio diverso alle nostre connazionali che giocano in Europa. Poi bisogna arrivare quinti o quarti, ma lo guardiamo il giusto, come una storiella di Natale che se ci comportiamo bene ci fanno questo regalo. Ma a noi non cambia nulla”.
Bilancio dopo i primi 50 giorni… “Mi aspettavo 3 punti in più in campionato, la vittoria con l’Inter (ride ndr). Sono soddisfatto. Sono consapevole che non abbiamo fatto nulla. Nessuno conosce meglio di me questa città che potrebbe cambiare le cose in un nano secondo. Il rapporto c’era già con loro, ma crearlo da allenatore è come ricrearlo e non è così automatico. Stamattina riguardavo l’allenamento di ieri e non è solo capire quello che chiedo, ma crederci. Loro stanno dando la dimostrazione di credere in quello che dico e di trovarcisi bene, oltre ai punti. Per ora c’è stato tutto, ma ancora non c’è stato niente, perché mancano 2 mesi di fuoco”.
Come sta Karsdorp? L’alternanza Spinazzola-Angelino… “Karsdorp vediamo oggi come si sentirà. Ha alternato giorni in cui si sentiva bene ad altri no. Vediamo oggi la situazioni finale. Sulla sinistra impazzisco per il livello di Spinazzola e Angelino. Sono diversi tra loro. Non ci sono strategie preparate prima, giorno per giorno li guardo e, toccando ferro, posso contare al 100% su entrambi”.
Sul minutaggio di Bove… “Prima di Monza leggevo che con Mou aveva 61′ e con me ne ha 59′. Ha iniziato poche volte la partita, rispetto a Mourinho. Nella mia prima partita in Serie A è stato il migliore in campo. Ho grandissima fiducia in lui. Non lo vedo sulla fascia dove vorrei sempre giocatori più offensivi. Nel futuro può essere un gran mediano davanti alla difesa. Tecnicamente è migliore di quello che la gente pensa. Deve mettere la sua tecnica all’interno della partita e questa è una cosa che ci arrivi col tempo. Ho iniziato io da pensatore e ho iniziato da centrocampista box-to-box. Ci si arriva col tempo. Come essere umano è il ragazzo da far sposare alle nostre figlie. Non potrei essere più contento di lui. Penso che come percorso, ci sia di essere la prima riserva a centrocampo, non è da vergognarsi. Le cose che gli chiedo di cambiare c’è questo suo bisogno di migliorare alcune cose. Quando entra dà sempre il fritto. Due settimane fa ha giocato titolare col Feyenoord e ha giocato benissimo”.
Quanto pesa il fattore esperienza? “Dovrei vedere più Premier per vedere quanta differenza c’è. L’Italia penso si stia rilanciando. Penso che quando una squadra non è tanto abituata a giocare a certi palcoscenici può esserci un contraccolpo, ma quando lo hai ti aggrappi al campo, alle cose che uno conosce, alla struttura di squadra e loro questo lo sanno fare molto bene. Il gap d’esperienza rispetto ai nostri lo colmeranno con la conoscenza e noi dovremmo fare altrettanto per dimostrare che sia per esperienza, sia perché siamo giocatori di livello incredibile, probabilmente superiori a loro, porteremo a casa la vittoria grazie a questo. Sarà una partita difficile”.
Destino calcistico incrociato con la Champions? “L’ultima partita di Champions League come Roma c’ero io in campo e a me sembra di aver smesso da 20 anni. Da quel giorno la Roma non ha fatto una partita in Champions ed è inaccettabile, perché la Roma deve stare a quei livelli, nonostante a come società la Roma stia meglio ora, di quando ho smesso. Al di là dei nomi, degli ingaggi, la Roma deve stare lì e fare le stagioni che ha sempre fatto, arrivare agli ottavi, i quarti, una volta siamo arrivati anche non troppo lontani dalla finale, però il mio destino non è incrociato in questa maniera. I calciatori possono lottare per la Champions League con qualsiasi allenatore. Il loro valore è di una squadra che non può arrivare sotto il quarto posto nel campionato italiano”.
MANCINI Il 50esimo soldout… “Diciamo sempre che il pubblico lo è sempre l’arma in più, ma in campo andiamo noi e dobbiamo noi trascinarli. Non dobbiamo chiedere nulla a loro. Devono fare quello che fanno tutte le domeniche, siamo contenti di questo, speriamo di farli cantare di più alla fine dei 90′”.
C’è la possibiltà di giocare a destra? “Il fatto di sapere ricoprire più ruoli è un vantaggio per me stesso e la squadra. Con Fonseca l’ho fatto perché mancava tutto il centrocampo. A oggi, siamo in parecchi a centrocampo, in difesa siamo tanti, tutti forti e secondo me è giusto così: alza il livello di allenamento. Poi sta al mister prendere le sue decisioni. L’importante è allenarsi forte e andare forte la domenica e il giovedì per la Roma”.
Cosa ha importato De Rossi? “Il Mister ha portato freschezza, perché quando c’è un cambiamento ha portato idee nuove, del suo calcio. Noi calciatori cerchiamo di capire quello che ci chiede, lo stiamo capendo, anche se non abbiamo fatto ancora nulla, perché in due mesi non vinci campionati o competizioni. Ogni allenatore ha le proprie idee. Una cosa che ha portato è un po’ la serenità che ci poteva mancare, ma non per Mourinho, ma perché i risultati non stavano andando bene. Quindi ha lavorato sulla nostra testa e quando l’ha messa a posto ci ha dato le sue idee e da lì siamo partiti”.
Il passaggio alla difesa a 4? “Mi sono trovato bene, perché come ho detto più volte i nostri compagni e io abbiamo giocato a quattro. Capire e credere in quello che ti dice l’allenatore e cercare di assimilare in fretta quello che ti chiede. Non è la difesa a quattro che ti ha portato a vincere 6/7 partite, ma è un insieme di cose. A volte non domini e vinci, a volte domini e porti a casa 0 punti. L’importante è che tutti i giocatori tirano dritti verso un obiettivo”.
Come va con la pubalgia… “La portavo avanti da tempo. Sapete benissimo il periodo passato 3 mesi fa, in cui non avevamo difensori disponibili. Ho dovuto stringere i tempi, ma non voglio passare da eroe. Quando è arrivato il mister ho preso il giallo a Milano e ho avuto la possibilità di stare fermo 10-12 giorni e con un percorso di cure e palestra sono arrivato a un punto in cui non sento più il dolore”.
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