Mancano 10 giorni all’inizio al campionato, la Roma giocherà domenica 22 agosto all’Olimpico contro la Fiorentina alle 20.45, tre giorni prima la squadra giallorossa debutterà in Conference League contro la vincente di Molde-Trabzonspor. l’andata finì 3-3 in Turchia, è già si può fare un bilancio sulla Roma di Mourinho, con l’incognita di nuovi arrivi e nuove partenze.
Chi esaminerà la squadra giallorossa, nelle esclusive della redazione di Tuttoasroma, sono grandi ex che, reparto per reparto, da personaggi storici che hanno seguito la “magggica” dagli spalti, ma anche chi ha fatto parte del centrocampo tricolore, come l’ex Damiano Tommasi che analizzerà il centrocampo della nuova Roma di Mourinho:
Come vedi il centrocampo della Roma di Mourinho fino a oggi? “In costruzione. Ha giocatori importanti già dalla scorsa stagione e speriamo che riescano a essere decisivi come lo sono stati e come lo sanno essere. Poi c’è il rientro di Zaniolo che sicuramente è un valore non trascurabile, sperando che Veretout rientri come aveva lasciato l’anno scorso prima dell’infortunio”.
Hai parlato di Zaniolo; pensi che sarà lui la forza in più per portare la Roma nei primi quattro posti, se ci arriverà poi… “Ho sottolineato Zaniolo perché l’anno scorso è mancato molto e lui sarà sicuramente un valore aggiunto e poi la Roma con Pellegrini, con Cristante le soluzioni che in mezzo al campo sicuramente è uno dei reparti più completi in questo momento e bisogna anche capire che le squadre non sono a compartimenti stagni. Ci sono centrocampisti che danno il meglio di se a secondo anche degli attaccanti per quali giocano e viceversa, Sarà l’abilità di Mourinho a mettere insieme i giocatori che faranno la differenza”.
Manca qualcosa a questo centrocampo o manca qualcuno nello specifico? “Sinceramente no, non so i numeri di com’è composta la rosa e in base anche agli impegni che ci saranno, sarà una stagione sempre particolare da cui si arriva da un anno e mezzo in cui si gioca senza fermarsi o pochi l’hanno fatto rispetto alla partecipazione all’europeo quindi non so se i numeri del centrocampo possano dire che la rosa sia completa o no. Sicuramente la qualità e la potenzialità di far bene ci sono e non credo che i giocatori che ora ne fanno parte non siano adatti alla Roma anzi, come ho detto prima, è uno dei reparti con più qualità, più costanza in questo momento”.
Cristante e Pellegrini li vedi insieme in campo o uno o l’altro. Ti faccio questa domanda perché si dice che entrambi non possano coesistere per le doti non eccelse di velocità e rapidità, un po’ lenti… “L’hanno dimostrato anche l’anno scorso di poter giocare insieme anche perché Cristante ha fatto il centrale difensivo e dipenderà anche dal modulo che adotterà il mister e poi non ci sono solo due italiani ma anche Zaniolo e credo che Mourinho sappia amalgamare e mettere insieme i giocatori meglio di tanti altri e saprà sicuramente farli incastrare le qualità dei due. Poi sulla velocità, come ho detto, una squadra non è a compartimenti stagni; ci son giocatori che fanno viaggiare la palla più velocemente di tanti altri che magari non sono più veloci. Dipende poi di come si equilibra la squadra”.
Non so se hai avuto la possibilità di vedere i tre giovani della Primavera, Zalewski, Darboe e Bove. Se sì come li hai visti e se qualcuno di loro ha la fortuna di essere aggregato alla prima squadra e di far bene… “Sicuramente qui Mourinho ha dimostrato in passato di lanciare dei giovani, giocatori bravi e mi pare che in questo inizio stagione li abbia fatti giocare, li ha provati e gli abbia dato fiducia. Darboe, che è entrato nel finale di stagione, abbia dimostrato il suo valore anche Zalewski, entrato nelle ultime partite a match iniziato, ma abbia fatto vedere le qualità, oddio magari da una partita o da uno spezzone non si può vedere seriamente al completo un giocatore ma mi sembra uno dei calciatori già pronti per fare la serie A; dipenderà anche dal livello di gioco che riuscirà a esprimere la Roma e poi dalla fiducia che otterranno. Son giocatori che se rimangono nel gruppo della prima squadra è perché Mourinho ha visto le potenzialità”.
In questo momento dove collochi la Roma e se a Mourinho serva un anno di transizione o magari riesce a fare l’exploit come ha fatto prima con l’Inter… “Ma, la Roma non è sicuramente la squadra che è abituata a vincere sempre e tutti gli anni parte come una delle potenziali squadre che daranno fastidio e quest’anno, forse, darà più fastidio di altre stagioni perché sicuramente l’ambizione sia del mister sia della società, avendo scelto lui, sono di un certo tipo; non si accontenterà e questo la porterà sicuramente a dar fastidio a tante squadre anche più blasonate ma sicuramente non parte in prima fila”.
Serviva, in questo momento, Mourinho per un ambiente difficile. Tu hai avuto Capello che è riuscito a vincere uno scudetto. Pensi che Mourinho si affianchi al lui come carattere? E’ stata la scelta giusta? “Premesso che, l’allenatore precedente Fonseca, ha fatto molto bene soprattutto con l’ambiente nel senso che si è inserito, è riuscito a rimanere se stesso pur avendo pressioni diverse rispetto ad altre città, ma Mourinho è un allenatore, aldilà delle aspettative della Roma, che non è differente, quindi la scelta di prenderlo è “oltre Mourinho” perché è un messaggio che si da ai giocatori e questo è figlio di una decisione della società. Sono tante le componenti che generano una mentalità. La sua scelta è già di per se originata da una mentalità che i Friedkin hanno dimostrato di voler imporre, di voler portare avanti e lo stesso allenatore portoghese ha questo tipo di aspettativa e mi sembra che il mercato, le decisioni che si stanno prendendo, vanno tutti in quella direzione. Poi sappiamo che la Roma non è in Champions League e pertanto a qualche giocatore sembra interessante cambiare squadra o non venire a Roma perché non c’è questa prospettiva di competizione. Sperando che l’anno prossimo invece ci sia un lasso di tempo a medio termine aiuterà questa mentalità a radicarsi. Però bisogna partire dalle piccole cose e iniziare a mettere mattone su mattone ma, non solo a Roma, manca il tempo e tutti vogliono tutto e subito e nello sport, come dimostrano le recenti Olimpiadi, non è proprio così. Lo sport è figlio di anni e giornate spese a prepararsi e poi arriva il risultato finale”.
I Friedkin? “Hanno dimostrato, anche con le scelte che stanno facendo e sulla comunicazione, di voler far le cose a lungo termine, in una città che sanno essere sicuramente un bel biglietto da visita a livello internazionale. Credo che, come a tutti i proprietari e i dirigenti delle squadre, si debba concedere tempo e soprattutto aver fiducia. Vedo che non esprimere i pensieri, parlando poco, si fanno mille congetture ma credo che i fatti stiano dando ragione a loro in una direzione di ambizione e di costruzione invece che d’improvvisazione”.
IL PROSSIMO APPUNTAMENTO E’ CON FRANCO TANCREDI © RIPRODUZIONE RISERVATA
FONTE: Esclusiva Redazione Tuttoasroma – Roberto Molinari