L’allenatore giallorosso, Daniele De Rossi, alla vigilia di Roma-Feyenoord, oltre la consueta conferenza stampa ha rilasciato altre dichiarazioni. Queste le sue parole:
Hai detto che la Roma può vincere anche senza i gol di Lukaku e Dybala. Potrebbe bastare l’1-0 con gol magari di El Shaarawy che ha mancato l’ha mancato quest’anno in Europa… “Sarebbe bello. Il concetto non è perché abbiano bisogno che qualcuno gli tolga di dosso un po’ di responsabilità, ma perché si può giocare bene senza fare gol o creando i presupposti per i compagni. A noi quello interessa, che domani riusciamo a fare un gol più di loro che ci porterebbe agli ottavi di finale”.
Ho visto sempre grande attenzioni nei dettagli, come i gol subiti a Rotterdam e contro l’Inter. State lavorando anche su questo? “Sì, stavamo lavorando anche prima, ma ci siamo tornati sopra in maniera un po’ più frequente e anche in maniera didattica, sia in video che sul campo. Anche perché poi, da poco abbiamo un paio di giocatori: Smalling è già da qualche giorno con noi, Ndicka è arrivato da un paio di allenamenti. Alcune cose bisogna affrontarle, perché poi ogni allenatore, ogni modulo ha le sue letture difensive e noi vogliamo che loro sappiano bene quello che vogliamo noi”
Sembra una squadra molto attiva nei confronti delle indicazioni che arrivano di volta in volta in questo percorso di crescita… “Sono fantastici. Non c’è stato bisogno di perdere troppo tempo o di scervellarsi per fargli capire quello che volevamo noi da loro. Siamo convinti che quello che gli chiediamo è roba nelle loro corde e anche le cose un po’ più particolari loro le sposano alla grande, ci lavorano, si impegnano e non potrei essere più grato”.
Dove può arrivare Huijsen? “Non ci sono limiti, perché ha un livello di conoscenza, di lettura, di gioco, che difficilmente insegni a un giocatore in prima squadra. È qualcosa che lui ha dentro, per me potrebbe fare il centrocampista, giocare davanti alla difesa. È uno che ha letture, sia di traiettoria che di giocate, da giocatore 30enne a fine carriera che si gestisce e legge bene tutte le situazioni. Ha solo 18 anni e arriva la cosa difficile, inserire all’interno di un giocatore fenomenale con la palla al piede anche una solidità difensiva costante per 90 minuti, letture in sicurezza di alcune situazioni. Ha il tempo davanti e fin quando potremo noi cercheremo di aiutarlo perché è un ragazzo a posto, è un giocatore bello da vedere e da allenare”.
Hai trovato una chiave per cambiare un’aria generale che era pesantissima? “Ci sono due segreti: uno la fortuna di aver trovato giocatori eccezionali dal punto di vista umano e professionale. Tutto quello che abbiamo proposto è stato sposato da loro perché sono ragazzi in gamba. L’altro segreto è costruirsi uno staff di brave persone, che vengono seguite per quello che ti portano e dimostrano umanamente. Il rapporto che si è creato è incredibile, non si vede tutti giorni, e questo ci ha aiutato. Anche i risultati ci hanno dato una mano perché ci sono partite che potevamo non vincere e magari con l’entusiasmo della vittoria tutto sembra migliore”.
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