Ogni sessione di mercato, vede con sempre maggior frequenza i club della Chinese Super League provare a fare spesa in Europa. Non sempre con successo. Per Hamsik, Pellè e Gervinho che vanno, ci sono trattative che naufragano. Luxury tax, garanzie economiche, yuan che vengono meno sul più bello, richieste sempre più esose dei club e dei calciatori coinvolti.
E così, ai vari Nainggolan e Aubemayang, passando per Kalinic e Luiz Adriano (che addirittura sbarcò in Cina e dopo le foto di rito con tanto di sciarpa, la sera riprese l’aereo per tornare a Milano perché lo Jiangsu non era in grado di sostenere i termini dell’accordo), si aggiunge, tra chi dice no, El Shaarawy.
LE DUE VERSIONI Prima 13, poi 15, c’è chi addirittura ha prospettato un triennale da 16 milioni per il Faraone che inevitabilmente s’è messo seduto ad ascoltare la proposta dello Shanghai. Ieri l’ultimo incontro che ha sancito, a sorpresa, la rottura. Sui motivi del mancato accordo, sono trapelate due versioni opposte. Molto semplice quella che arriva da chi rappresenta il calciatore: Stephan ha preferito rimanere in Italia, dopo aver ragionato sulle prospettive tecniche (un Europeo alle porte e la competitività del torneo), anagrafiche (26 anni: avrà eventualmente tutto il tempo in futuro per riconsiderare la meta cinese) e non avendo ricevuto quelle garanzie economiche che chiedeva per trasferirsi a Shanghai. «Non me la sento di lasciare l’Europa. Ho ancora voglia di giocare nel calcio più importante. È troppo presto per fare una scelta così drastica», le parole di Elsha.
Spiegazione diversa da chi, al tavolo delle trattative, rappresentava i cinesi. El Shaarawy, infatti, oltre a chiedere un ingaggio monstre, ha esagerato con le richieste: 1) ulteriori bonus per gol e assist; 2) un fisioterapista personale, scelto da lui ma stipendiato dal club; 3) La possibilità di svincolarsi gratis nel caso di retrocessione. Quale sia la verità, ora per l’attaccante si riapre il discorso rinnovo con la Roma. Petrachi gli vuole venire incontro, lavorando sui bonus a raggiungimento dell’obiettivo (a Veretout era stato offerto un milione per la qualificazione Champions).
EDIN ATTENDE Con questa cessione saltata in extremis, mancano 15 milioni di plusvalenze per tagliare il traguardo (45) che il club s’è posto come obiettivo. Ai 29,4 di Manolas, i 360 mila per Ponce e i circa 2 milioni per il portiere Romagnoli, il resto deve arrivare da un’altra partenza. Gli indiziati: in primis Dzeko (ora a bilancio a 4,6). La Roma lo valuta 20 milioni ed è disposta ad incassare un cash (12) più un giocatore.
L’Inter offre il giovane Vergani, Petrachi – dopo il no per Esposito – chiede il terzino D’Ambrosio, 31 anni a settembre. Conte nicchia. Altre operazioni in uscita: Gerson (il cui valore netto contabile è di 8,1) è destinato al Genoa (Zennaro come contropartita), Nzonzi al Lione. Marcano tra Porto e Valencia, Olsen piace a Watford, Fenerbahçe e Werder Brema, Verde verso l’Aek. Luca Pellegrini rimane nel mirino della Juventus. Del terzino e altro (Perin, alternativa a Pau Lopez, e Spinazzola) hanno parlato mercoledì Petrachi e Paratici.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina