Sementa è sognare di meno, ma sognare di più, sognare tutto il tempo sogni, ma ricca di bisogni, del nostro calcio. Da tre giorni nella capitale non si parla che di Lukaku, di un ipotetico e non ancora effettuato tentativo dei Friedkin di arrivare in extremis a Big Rom l’americanata mancante.
È un’operazione impossibile, la Roma costantemente e tristemente monitorata dall’Uefa non può permettersela: sono soltanto alcune delle eccezioni mosse dai diffidenti o dai realisti. Invece è possibilissima, la risposta di chi non si arrende neppure all’evidenza. E avanti con le cifre, proprio mentre a Tiago Pinto, impegnato sul fronte Zapata, stanno offrendo Jovic e Kean mai in prestito, però, la puntualizzazione da Torino: il Chelsea ha fatto sapere di potersi accontentare di 25 milioni? Bene. Con la Juve Lukaku si era accordato per 11 netti l’anno, che al lordo grazie al decreto crescita diventano 16, per un totale di 41? E allora? È una somma che si avvicina parecchio al totale complessivo ottenuto dalla cessione di Ibañez all’Al-Ahli e quindi rispettosa delle indicazioni costrizioni del FFP.
La conclusione è malinconica: l’introduzione della tecnologia in molti casi benedetta, la crisi finanziaria dei nostri club, il vergognoso decreto crescita, tutto sta e l’arroganza di alcuni dirigenti e l’evidente impoverimento tecnico del campionato vorrebbero togliere all’appassionato il diritto di sognare, e in molti casi ci riescono.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni
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