L’ora delle spiegazioni. Settembre è un po’ per tutti il mese degli inizi o delle riprese, mentre per il mercato segna la fine di tre mesi di fuoco fatti di notti insonni e telefono bollenti. Settembre, invece, per il general manager della Roma Tiago Pinto è il mese delle parole, prima di qualche giorno di riposo in Portogallo.
Nel primo pomeriggio di ieri a Trigoria è andata in scena la consueta conferenza stampa di fine mercato del dirigente giallorosso, che è tornato sulle scelte estive e ha risposto alle domande sul futuro e sui tecnicismi legati ai discorsi finanziari con l’Uefa. Ha esordito con una premessa Tiago: “Sono qui per parlare del mercato, i rinnovi sono importanti e li trattiamo nelle giuste sedi”.
Gli era stato chiesto del futuro di Mourinho che ha il contratto in scadenza a giugno prossimo, come il suo, d’altronde. Ma il trentottenne lusitano preferisce tornare sulle scelte delle scorse settimane, a partire dagli attaccanti, tante voci, qualche nome e alla fine l’arrivo di Lukaku. “Non ho seguito attentamente tutti i nomi che sono stati accostati alla Roma. Due li abbiamo trattati, lo dico chiaramente, e avevamo interesse: per Scamacca abbiamo parlato e non siamo riusciti per ragioni pubblicamente conosciute. Seguiamo Marcos Leonardo da 15-16 mesi, è un obiettivo, non era una situazione fatta e tranquilla ma l’accordo tra le tre parti era sulla buona strada ma abbiamo avuto sfortuna. Penso che tutti i tifosi della Roma siano contenti di essere arrivati al 28 agosto e avere Lukaku invece che avere “Tonino” il 1° agosto, per non ferire nessuno. Su Beltran e la Fiorentina non so di cosa parli, conosciamo Beltran e non so cosa sia successo con la Fiorentina, per me è tutto a posto”.
Glissa su Matic, restando sulla stessa linea di Mourinho, e confessa di aver colto con un po’ di fortuna l’occasione Lukaku: “Ci sono situazioni impossibili il 1° luglio, devi monitorare e non parlare con nessuno per non creare aspettative, poi se ci sono i momenti giusti sfruttare l’opportunità. L’intervento dell’allenatore è stato importante per il loro rapporto, come con tutti, ma in questo caso più importante. Poi avete visto il coinvolgimento personale dei proprietari, hanno semplificato il mio lavoro e hanno sbloccato le cose che dovevano sbloccare”.
A chi vuole metterlo contro il tecnico ribadisce più volte: “Sarà impossibile uscire da questa conferenza stampa con la minima sensazione di scontro fra me e Mourinho”. Ma l’obiettivo Champions, per sua stessa ammissione, è reale nella testa della proprietà. E dopo la sosta anche lui ha promesso il cambio di passo che, paradossalmente, è già inevitabile.
FONTE: Il Tempo – L. Pes
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