La Roma ha ritrovato Tammy Abraham a Venezia, tutto d’un tratto, dopo settimane di insospettabile sparizione. Nonostante una sconfitta che brucia e che pesa, l’inglese è la speranza di un futuro più gioioso in un autunno così grigio. Difeso senza dibattito da Mourinho alla vigilia, ha giocato la migliore partita in Serie A, non soltanto per il gol che ha riacceso i sogni di gloria poco prima dell’intervallo. Sostenuto per la prima volta da un altro attaccante centrale, Shomurodov, è più libero di muoversi in giro per il campo ed è stato un pericolo incontrollabile per il Venezia, almeno finché la Roma ha controllato la situazione. Nel finale si è smarrito anche lui.
Ha arraffato subito un rigore a ridosso della linea di fondo, poi il Var lo ha annullato per colpa dei centimetri irregolari di Pellegrini. Si è poi liberato al tiro, scorticando ancora un palo, il settimo dall’inizio della stagione. Sull’1-1 ha assistito Shomurodov e pochi minuti dopo ha messo a segno la terza rete in Serie A, la prima dopo un mese e mezzo di attesa e dubbi. Abraham ha bisogno di amici intorno, così come ha bisogno di imparare le malizie del nostro calcio.
A Venezia è sembrato inserito in tutti i meccanismi offensivi, ma stabilire ora che l’apprendistato sia concluso è prematuro. Vivrà la sosta con la nazionale inglese, che ha recuperato ad ottobre grazie al ruolo centrale acquisito nella Roma. L’importante per Mourinho è che non torni infortunato come l’ultima volta. I lampi di Venezia, in uno schermo pieno di ombre, sono sicuramente incoraggianti.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida