Abraham porta la Roma in Europa e ora le dovrà regalare la Conference. Perché questo si può/deve chiedere a uno che al primo anno in Italia segna 27 gol. Il risveglio del 9 arriva al momento giusto: Tammy non andava in rete in campionato dal derby e per uno come lui è un’agonia, visto che quando non segna – dice – non dorme la notte.
Questa è stata, invece, una notte dolce per lui e per la Roma (da capire solo se arriverà quinta o sesta), in attesa dell’altra, tra cinque giorni. A Torino i giallorossi ne fanno tre, e potevano essere cinque: ai due di Tammy si aggiunge la rete di Pellegrini. E proprio come nel 2017, è stato Ivan Juric il trampolino della Roma per l’Europa.
Con il Genoa, però, ha rischiato di far saltare il banco (la Champions) proprio nell’ultima giornata alla squadra di Luciano Spalletti (partita di addio di Francesco Totti, non una giornata banale), e stavolta aveva la stessa possibilità con il Toro, ma la sua avversaria ambiva nell’occasione solo all’Europa League.
Alla Roma andò bene all’epoca, è va benissimo stavolta, dopo che il traguardo sembrava essersi volatilizzato con gli ultimi risultati anemici, sconfitta a Firenze e pari in casa con Bologna e Venezia. La Roma, a Torino, tira fuori l’ultimo guizzo, massimo risultato e sforzo al minimo. Oltre all’obiettivo di classifica, viene centrato pure quello psicofisico: la squadra non ha dovuto faticare molto e ora ha la mente libera per l’appuntamento finale. Quello che innamora una città.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni
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