Alla fine per come si era messa a un certo punto la stagione almeno la Roma è riuscita a limitare i danni. L’Europa League è un obiettivo che fa bene al club sicuramente, ma che ha anche aumentare il rammarico per quello che poteva essere e non è stato: non andare in Champions per un solo punto è stato davvero un peccato. Ma è chiaro che la Roma ha pagato una prima parte di stagione da dimenticare complice anche, o forse sarebbe meglio dire soprattutto, l’impasse del club dal punto di vista dirigenziale.
L’addio «ritardato» della Ceo greca ha di fatto condizionalo l’avvio di stagione: De Rossi mandato via dopo appena quattro partite. Due scelte scellerate che la Roma ha pagato a caro prezzo e che solo il miracolo di Ranieri è riuscito a mascherare seppur pure in parte. Qualcuno quando era uscito il suo nome aveva storto il naso non tanto per le sue indiscusse qualità, quanto per l’età, per i modi troppo pacati.
Insomma a qualcuno non era sembrato l’uomo giusto. E invece è stato proprio il contrario, il lavoro di normalizzazione di Ranieri era proprio ciò che serviva in quei momento alla squadra che piano piano si é rialzata giocando un girone di ritorno incredibile con diciannove risultati utili consecutivi interrotti solo nel finale purtroppo proprio nello scontro diretto Champions con l’Atalanta. Per il resto la Roma che Ranieri ha lasciato insieme al suo mandato da allenatore ha fatto un percorso quasi netto: pazzesco.
Ma ora viene il momento più difficile, perché sostituire Mister Claudio, dopo i mille attestati di stima del popolo giallorosso, sarà tutt’altro che facile, perché bisognerà fare una scelta che non sia solo emotiva. Serve trovare l’uomo giusto dal punto di vista tecnico-tattico senza farsi influenzare dal contesto nel quale il nuovo allenatore verrà a lavorare. Il totonomi già impazza sull’etere romano e tra i tifosi ognuno spara il suo preferito o professa conoscenze in grado di anticipare il nome del futuro allenatore.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini











