Houston, abbiamo un problema, anzi ne abbiamo un’infinità. L’allarme da Trigoria è arrivato forte e chiaro a Dan e Ryan Friedkin, che nel primo pomeriggio di oggi (intorno alle 13) sbarcheranno nella Capitale dopo due mesi di assenza. L’ultima volta, infatti, fu per esonerare De Rossi e rimuovere, pochi giorni dopo, l’ex CEO Souloukou. E proprio allenatore e dirigenza, oltre ai prossimi passi ufficiali sullo stadio, sono i temi all’ordine del giorno per la proprietà. In poco più di cinquanta giorni, la Roma è letteralmente sprofondata tra campionato ed Europa, evidenziando limiti strutturali, caratteriali e una totale assenza di struttura societaria.
emi che il club dovrà necessariamente risolvere per avviare (stavolta davvero) una ricostruzione per il futuro. Ma il primo a pagare il conto sarà con tutta probabilità Juric. Il tecnico croato non è mai stato apprezzato da squadra e tifosi, ma soprattutto il feeling con i calciatori non è mai scattato, e anche l’aspetto comunicativo ha lasciato a desiderare.
Per non parlare della gestione terrificante di Hummels, ennesimo caso evitabile a Trigoria. I Friedkin avevano tergiversato dopo l’umiliante sconfitta in casa della Fiorentina, per evitare di “accontentare” i calciatori, ma anche nelle gare successive i giallorossi non hanno mai brillato, vincendo soltanto la gara contro il Torino e mostrando un evidente calo dal punto di vista del gioco e delle motivazioni.
Ragioni per le quali il secondo esonero della stagione (terzo in meno di un anno solare) sembra inevitabile, persino a prescindere dal risultato di Roma-Bologna di domani, l’ennesima ultima spiaggia per Juric, che sta portando a fondo la nave insieme a un gruppo di calciatori ormai invisi ai tifosi, anche nei loro elementi più rappresentativi degli ultimi anni.
Anche l’ex tecnico del Torino sembra ormai rassegnato al suo destino, come dimostra la poca adattabilità mostrata in queste settimane. Tanti i nomi che si sono fatti, ovviamente, per la successione. Dalla soluzione romantica e pragmatica di Ranieri (ad oggi mai contattato) fino alle soluzioni esotiche di Lampard e Potter. Ma la carta nascosta nella manica dei Friedkin sembra essere Roberto Mancini.
L’ex ct azzurro si è da poco separato dalla nazionale araba e sarebbe motivato ad accettare la sfida giallorossa. Ci sono stati contatti tra la Roma e l’allenatore marchigiano, anche se l’ostacolo principale è rappresentato da ragioni fiscali legate alla sua residenza in Arabia. Questioni che sarebbero comunque superabili se la volontà dei texani fosse davvero quella di portare Mancini sulla panchina giallorossa.
Una mossa che permetterebbe al tecnico di iniziare a lavorare già da questa stagione (ormai compromessa almeno per i posti Champions) e creare le basi per un progetto pluriennale. Ipotesi possibile, ma non l’unica valutata. Oltre all’allenatore, come detto, c’è da risolvere anche la nomina del nuovo CEO.
Il mistero si è infittito in questi ultimi giorni riguardo ai profili più vicini, con la candidatura di Antonello in discesa e il nome di Carnevali sullo sfondo. Ma la sensazione è che i Friedkin abbiano lavorato, come spesso accade, sotto traccia anche e soprattutto per una decisione così importante per le sorti della società. Ora tocca a loro.
FONTE: Il Tempo – L. Pes