Anche la Coppa Italia se ne va. Un’altra occasione per cambiare la stagione sin qui mediocre della Roma svanisce a San Siro nella sfida secca dei quarti contro l’Inter, che oggi scoprirà la sfidante della semifinale tra Milan e Lazio. Finisce 2-0 una partita controllata sin dall’inizio dalla squadra di Inzaghi, con una reazione giallorossa tardiva e poco convinta. Resta così solo la Conference League come traguardo ambizioso da raggiungere da qui a maggio, mentre in campionato bisognerà faticare per un posto in Europa League. La triste e cruda realtà, oggi, è questa.
Dopo l’accoglienza trionfale del Meazza per Mourinho, con tanto di striscione e cori di tutto lo stadio a coprire l’inno ufficiale della Lega, l’avvio della partita è da incubo per la Roma. Al decimo minuto l’Inter ha collezionato quattro occasioni. Oltre al puntuale gol dell’ex di Dzeko dopo appena 107 secondi, propiziato da tre errori in serie di Ibañez, Karsdorp e Smalling, in successione arrivano una traversa clamorosa di Barella e due colpi di testa da due passi di Skriniar e Dzeko parati da Rui Patricio.
I giallorossi sono a dir poco terrorizzati e incapaci di reagire. Ai centrocampisti scotta il pallone tra i piedi, i difensori vanno subito in apnea, gli esterni non ripartono, Mkhitaryan è spento e Abraham-Zaniolo si ritrovano isolati a sbattere su un muro. Il primo segnale di vita si manifesta al quarto d’ora, con un cross di Karsdorp e l’anticipo di D’Ambrosio su Abraham che rischia di diventare un autogol. Poi è Zaniolo a divorarsi il pareggio a tu per tu con Handanovic.
La gara si trascina all’intervallo senza sussulti, con il sempre modesto Di Bello che ammonisce in modo severo Zaniolo e risparmia un giallo meritato a Brozovic (incredibile come si scordi poi di estrarre il cartellino ancora per il croato dopo aver messo le mani nel taschino e dato vantaggio in un’azione nella ripresa), mentre lo riserva a Mourinho «reo» di gesticolare troppo in panchina. Bah. Si riparte con De Vrij che poco prima del 45’ ha sostituito l’infortunato Bastoni nella difesa dell’Inter, mentre Mourinho deve togliere Ibañez e inserire Kumbulla.
I primi 25 minuti del secondo tempo sono quelli in cui la Roma dà l’impressione di poter pareggiare. Con i ritmi abbassati ancor di più dall’Inter, riesce a ripartire 2-3 volte e va vicina al gol con un tiro di Oliveira deviato e con Zaniolo: il salvataggio di Skriniar di testa sulla linea è miracoloso ma c’era comunque offside del nr. 22 giallorosso. Di là è Rui Patricio a togliere dal sette il pallone calciato da Barella, ma non può arrivare sul fendente di Sanchez che chiude i giochi nel momento migliore della squadra di Mourinho, con le proteste romaniste per un presunto fallo non fischiato su Oliveira a inizio azione ma non ravvisato neppure al Var.
Entrano Pellegrini e Cristante per il portoghese e Veretout, poi anche El Shaarawy, ma ormai non ci crede più nessuno e finisce così, con l’infortunio di Abraham, Tiago Pinto inquadrato a scrivere sullo smartphone prima della fine e il malinconico saluto di Mourinho ai tifosi interisti. Per diventare Special anche a Roma dovrà sudare ancora parecchio.
FONTE: Il Tempo – A. Austini