Un fiume in piena su infortuni, pressioni e mentalità vincente. Nella conferenza alla vigilia di Roma-Cagliari più che parlare dell’avversario o delle scelte tattiche, l’allenatore portoghese ha chiarito punto per punto alcuni dei temi più caldi del momento giallorosso, a partire da quello dei troppi stop dovuti ad inconvenienti muscolari: «Stiamo assolutamente facendo di tutto per prevenire gli infortuni, c’è una politica rigorosa da parte del club.
L’infortunio più frequente – la spiegazione dell’ex tecnico dello Shakhtar – è quello al flessore e noi ne abbiamo avuto uno con Spinazzola, non c’è una cattiva pianificazione. E’ invece elevato il numero di recidive e ricadute di giocatori già a rischio».
Fonseca non si è però fermato ad osservazioni limitate agli allenamenti a Trigoria, ampliando il discorso ai troppi impegni ravvicinati del calcio moderno: «Gli infortuni succedono a tutti. La domanda che io sollevo è se si verifichi questo a tutti i club europei di livello e se quindi tutti stiano lavorando male e sono incompetenti, o se questa sequenza di gare ravvicinate sia adeguata allo sforzo fisico di un calciatore».
Un altro degli argomenti che più ha mostrato un Fonseca senza filtri è quello del rinomato «ambiente romano», fatto di pressioni dei tifosi (oltre 34mila oggi pomeriggio) e della stampa: «Chi non è in grado di sopportare la pressione non può fare il calciatore professionista. Vedo e sento sempre il sostegno costante dei tifosi, creano un ambiente bellissimo in casa e fuori, è qualcosa che va apprezzato e di cui sentirsi orgogliosi. La pressione c’è ovunque, in particolare dove si vuole vincere, quindi ben venga. Chi non è in grado di sopportarla dovrebbe prendere un appezzamento di terreno e mettersi a coltivare patate».
Ritornando sull’impegno europeo col Wolfsberger l’allenatore giallorosso ha manifestato un’altra volta il suo tentativo di imporre a tutta la squadra una mentalità vincente, non accontentandosi per un pareggio in trasferta, come potevano aver fatto intendere le parole a caldo di Cristante: «Sia- mo contenti solo quando vinciamo e abbiamo la stessa ambizione contro qualsiasi squadra. La nostra ambizione è quella di vincere sempre. Voi non avete accesso allo spogliatoio nel post-partita, ma c’era profonda insoddisfazione per non aver vinto. Bryan è uno dei leader e uno dei giocatori più esigenti e ambiziosi di questa squadra».
Titoli di coda per le valutazioni sulla formazione – è stato provato anche il 4-1-4-1 con Diawara vertice basso – su cui però Fonseca non si è voluto sbilanciare: «Dico soltanto che gioca Pau Lopez e che per Pastore è difficile giocare due partite in poco tempo, quindi ci sarà uno tra Veretout e Cristante come trequartista».
FONTE: Il Tempo – F. Biafora