Mister Dan predica da anni l’insostenibile leggerezza del silenzio. Come il Papa americano di Paolo Sorrentino – Jude Law alias Lenny Belardo -, anche il presidente della Roma non commenta, non spiega, non appare e non dichiara, se non in forma scritta e in circostanze rarissime, nella buona come nella cattiva sorte. Friedkin rispetta appieno l’identikit del magnate a stelle e strisce, presente nella gestione ma non presenzialista, pur discostandosi dagli altri proprietari di calcio statunitensi che in Italia, invece, vivono volentieri sotto le luci dei riflettori.
L’abitudine al silenzio, nei giorni infuocati del derby, può rivelarsi un vantaggio da sfruttare: mentre il nome di Lotito rimbalza qua e là da un social all’altro tra dichiarazioni vere, presunte o addirittura estorte, quello del patron texano resta sospeso nell’alveo dell’incertezza in ogni sua forma. Fino a domani non si saprà neppure se vivrà la stracittadina dai seggiolini dell’Olimpico o da qualche salotto in giro per gli States. (…)
I silenzi di Dan sono abbinati sempre più spesso alla sua assenza fisica. È Ryan, suo figlio e vicepresidente, a occuparsi più direttamente della società con sortite periodiche a Roma. L’ultima tappa in città del padre risale a fine agosto (prima ancora a metà maggio) e in qualche modo lasciava presagire un’accelerata sulla trattativa Sancho un po’ come avvenne nell’estate del 2023 con Lukaku, che il presidente andò addirittura a prendere a Londra pilotando lui stesso l’aereo. (…)
E tornando negli Usa, ha continuato a sperimentare la forma tradizionale di comando a distanza: il cineasta che fa affari con le Toyota ha dimostrato che si può gestire un club anche senza viverlo quotidianamente, delegando e poi chiedendo il conto di questa delega (in 5 anni ha dato il benservito a 17 dirigenti apicali), avendo uomini di fiducia nei posti giusti e una struttura talmente consolidata che per collegare il vertice alla base basta schioccare due dita. Di fatto, non ha bisogno di parole pubbliche quando per lui possono parlare Ranieri o Massara a seconda delle circostanze o delle rispettive aree di competenza. (…)
Dan non reagisce alle provocazioni – “La Roma sta nella m…”, il concetto espresso ieri da Lotito durante una chiamata con un tifoso – e neppure alle contestazioni. Quando la piazza gli ha chiesto conto dei risultati negativi dopo l’addio di De Rossi, lui ha proseguito sulla propria strada fatta di azioni concrete e investimenti. Nella Roma ha messo più di un miliardo, sta cercando di far avanzare l’iter dello stadio di Pietralata e scegliendo Gasperini ha dimostrato quanto sia importante per lui avere un tecnico di livello internazionale dopo aver assaporato le potenzialità di crescita del club con Mourinho.
In cinque anni di Olimpico sempre pieno, di scelte economiche forti (come l’uscita dalla Borsa), di un trofeo vinto (la Conference) e di un altro sfiorato (l’Europa League) ha dovuto anche combattere con il fair play finanziario. Nonostante Lazio e Roma siano come mondi paralleli per ricavi e debiti, si sono così ritrovate entrambe a dover risolvere problemi di sostenibilità, dagli indici bloccati per i biancocelesti alla morsa del settlement agreement per i giallorossi. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota











