Diciotto passaggi di fila, la palla toccata da tutti i giocatori tranne Oliveira per 42 volte complessive, prima della deviazione di Thorsby in anticipo su Abraham, che diventa l’assist per il gol di Mkhitaryan. Della serie: ogni tanto la costruzione dal basso,se fatta bene, può aiutare anche a vincere una partita. Alla Roma basta infatti una splendida azione manovrata, impreziosita dal cross teso dell’enfant prodige Zalewski, per battere la Sampdoria in trasferta, riprendersi il quinto posto in classifica, riaffacciarsi in zona Champions a 5 punti dalla Juve quarta e ottenere il decimo risultato utile consecutivo in campionato.
Erano 14 anni che i giallorossi non riuscivano a vincere due volte a Marassi nello stesso torneo, ci riescono nella stagione in cui le genovesi hanno invece strappato due pareggi all’Olimpico. E per la prima volta da mesi riescono a “scavalcare” l’Atalanta: se anche i bergamaschi, battuti ieri dal Napoli, dovessero vincere il recupero, ora avrebbero gli stessi punti della Roma e sarebbero quindi sotto per gli scontri diretti.
La classifica che sorride è il trampolino di lancio migliore per avvicinarsi all’andata dei quarti di Conference League in casa del Bodo Glimt giovedì sera. Mourinho, con una gara poco spettacolare e tutto sommato solida, riesce quindi a dare continuità di risultati anche dopo il derby e la sosta. Non era affatto scontato visti gli alti e bassi vissuti in questa stagione da una squadra che, piano piano, sta acquisendo più maturità e una fisionomia tattica stabile.
Senza Zaniolo, con Mkhitaryan e Pellegrini dietro Abraham, alla Roma riesce più facile sfruttare la qualità dei suoi palleggiatori. La strada per diventare una squadra dominante e vincente è ancora lunga, il secondo tempo di ieri ha mostrato un po’ di “braccino” dei giallorossi, ma in tutta la partita non si conta una parata complicata di Rui Patricio. E questo, mira dei sampdoriani a parte, qualcosa significa.
L’azione del gol è stata finalizzata dai due migliori in campo, un ragazzino – Zalewski – che non ha paura di giocare tra i grandi e fuori ruolo, un leader silenzioso e serio come Mkhitaryan che sa incidere e trascinare i compagni. Qualche patema finale si sarebbe potuto evitare se Abraham avesse chiuso il conto alla fine del primo tempo, su un clamoroso pallone regalato dalla Samp.
Ma ieri non è statala serata migliore per l’inglese, apparso scarico e poco efficace prima della sostituzione dopo un colpo preso sulla spalla che lo ha limitato. Ci hanno pensato i compagni a difendere il 17esimo clean sheet stagionale per portare a casa tre punti pesanti e per nulla scontati. E ora la Conference League, l’obiettivo vero per rendere questa stagione memorabile.
FONTE: Il Tempo – A. Austini
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