Il vuoto che diventa un’occasione. Mentre la Roma cerca affannosamente un centravanti che possa sostituire Abraham, Andrea Belotti sta costruendo con discrezione e morigeratezza la sua rivincita. Lo scetticismo che circonda Belotti, in parte rinforzato dallo stesso Mourinho, è comprensibile per ciò che si è visto nel primo anno alla Roma.
Ma oggi le condizioni di partenza sono molto diverse. E più confortanti per il Gallo, che al termine dei ritiro portoghese aveva spiegato le difficoltà passate: «Nel 2022 non ho fatto la preparazione estiva, perché ero svincolato dal Torino e a Trigoria sono arrivato solo alla fine di agosto. Poi a novembre, quando si poteva lavorare per la pausa mondiale, mi sono fatto male. E in seguito sono andato incontro a due fratture che mi hanno condizionato. Ho provato a rendermi disponibile, a superare i miei limiti, ma vi assicuro che non è facile giocare bene a calcio quando sai di non essere al cento per cento».
L’allenatore conta di averne solleticato l’orgoglio attraverso qualche stilettata espressa durante il ritiro in Portogallo. D’altra parte era stato lui a volerlo alla Roma l’ state scorsa, dopo una lunga serie di telefonate che lo avevano persuaso a non accettare altre offerte.
Belotti non ha potuto ricambiare la stima nella prima stagione ma è ancora in tempo per riprendersi la scena: dopo il momento più basso, cioè il rigore sbagliato contro i vecchi amici del Torino sotto alla Curva Sud, ha vissuto solo una grande serata da attaccante della Roma, contro il Salisburgo nei playoff di Europa League, quando l’Olimpico pieno lo ha acclamato.
FONTE: LIl Corriere dello Sport – R. Maida
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