A Claudio Ranieri basterebbe partire nell’esatto identico modo in cui è partito nelle sue due precedenti avventure giallorosse: vincendo, che poi sarebbe un bel toccasana per tutto l’ambiente romanista, sconvolto da una situazione che nessuno si sarebbe aspettato ad inizio stagione. Nel 2009, infatti, Ranieri esordì violando il campo del Siena per 2-1 (reti di Mexes ed in extremis di Rise), dieci anni dopo superando all’Olimpico l’Empoli per 2-0 (gol di El Shaarawy e Schick). Stavolta, però, l’avversario è di tutto spessore, quel Napoli capolista che non intende affatto perdere terreno. E punti. E davanti Ranieri domenica si ritroverà un amico di tante serate, di tanti momenti, quell’Antonio Conte con cui ha condiviso tanto. Ecco, i due probabilmente si sentiranno anche in questi giorni, magari si accarezzeranno (metaforicamente parlando) sabato in conferenza.
Di certo proveranno a battersi a vicenda il giorno dopo, per poi abbracciarsi e magari riderci su. Per fare risultato a Napoli – che poi per la Roma vorrebbe dire sostanzialmente anche non perdere – Ranieri cercherà di abbassare il blocco-squadra, avvicinando le due linee (difesa e centrocampo) e cercando di dare alla Roma una compattezza che aveva smarrito (come dimostrano i 12 gol subiti nelle ultime 5 partite, alla media di 2,4 a partita). Quasi sicuramente si affiderà ad una difesa a tre, che poi può diventare tranquillamente a cinque con i due esterni ad allungare la linea. Cercando magari di far male negli spazi, in verticale.
E per riuscire a limitare il Napoli, Ranieri si concentrerà anche sui due esterni, da una parte Kvaratskhelia e dall’altra Politano, due che in casa Roma sono considerati dei pericoli assoluti. Con le due linee basse ci sarà meno spazio per le loro giocate e fondamentali saranno i raddoppi di marcatura, con Mancini che da una parte dovrà aiutare Celik e Ndicka che dall’altra parte dovrà fare lo stesso con Angelino (che avrà anche il compito di fornire finalmente i palloni giusti a Dovbyk dalle fasce). Un ulteriore aiuto arriverà anche dalle due mezzali, Koné e Pellegrini, pronti a togliere spazio in orizzontale a Kvara e Politano, a cui piace convergere per cercare la giocata con la punta (Lukaku) o provare anche a calciare. Insomma, linee vicine anche per impedire ai funamboli partenopei di avere spazio e fare male.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese