Essere un satellite, in fondo, può avere il suo fascino. Nel calcio, però le sensibilità sono spesso opposte e così, per i tifosi, scoprirsi nell’orbita altrui non ispira sonetti, ma solo invettive. È quanto sta succedendo a Roma in queste ore, dopo che il g.m. Tiago Pinto ha portato a termine quella che potrebbe essere l’ultima trattativa della sua gestione: l’arrivo di Dean Huijsen dalla Juventus.
Se – a differenza di Dybala – l’ex leader della Juve per tanti tifosi avrebbe rappresentato uno schiaffo a un passato mitizzato, Huijsen fa arrabbiare perché denuncia altro, cioè il rischio di essere entrati in un nuovo cielo storico: il vassallaggio.
Non è un caso che nei giorni scorsi, quando prendeva forma lo “scippo” al Frosinone (e questo dà già il senso della cifra tecnica dell’operazione), nel ventre di Trigoria si parlava già di una operazione «umiliante», proprio perché – come fanno i piccoli club in questo modo si valorizza un giocatore di una big per un bisogno immediato (eppure l’emergenza è vecchia di mesi), addirittura pagando per farlo
In ogni caso, l’accoglienza di Huijsen alla Roma non è stata e non sarà come quella che avrebbe avuto Bonucci. Agli occhi della gente (intimorita peraltro anche dal suo declino calcistico), l’azzurro avrebbe rappresentato l’accettazione dell’antico Potere, mentre l’olandese “solo” il segno di un ridimensionamento.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini