In questi casi, le premesse sono d’obbligo. Oggi è il 2 luglio, ci sono ancora due mesi di mercato, il campionato inizia nel weekend del 17-18 agosto. Poi, però, c’è anche l’altra faccia della medaglia: la Serie A è finita da 36 giorni, manca meno di una settimana all’inizio del ritiro, il primo dal via per De Rossi, da 48 ore hanno salutato definitivamente 8 calciatori e non può essere l’arrivo del baby Sangaré (classe 2007) o il riscatto di Angeliño, a cambiare gli umori della piazza.
Nessuno quindi storcerà il naso a Trigoria se viene evidenziato come fosse probabilmente lecito attendersi qualcosa in più. Non vale nemmeno il giochino che cosa hanno fatto le altre, perché l’Inter ha già preso Zielinski, Taremi e Martinez, la Juve un certo Douglas Luiz (ed è a un passo da Thuram), l’Atalanta Godfrey, il Napoli si è rafforzato con l’arrivo in panchina di Conte, la Lazio è vicina al terzo acquisto all’alba di un nuovo progetto tecnico.
Se l’obiettivo è il ritorno in Champions, bisogna fare meglio e di più delle rivali dirette. E magari in tempi più rapidi. Ad attendere c’è anche De Rossi. Che con il suo sorriso dispensa serenità ma che non deve commettere l’errore del suo predecessore, ossia quello di diventare l’unico referente del club all’esterno. Mediatico e non solo. Daniele aspetta, consapevole che all’appello mancano – seconde linee incluse – una decina di calciatori.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina