Il dodicesimo uomo in campo: non parliamo di Carles Perez, che domenica entrando dalla panchina ha riaperto una partita che sembrava finita; né di Jordan Veretout, anche lui subentrato, che ha fornito a Smalling la palla della vittoria contro la Salernitana. Al netto dei cambi azzeccatissimi di Mou, l’uomo in più sono stati i 60.000 che hanno riempito l’Olimpico, guidando la squadra alla rimonta in una serata speciale, che era iniziata con il ricordo di Agostino Di Bartolomei e che si è conclusa con i boati ai gol romanisti.
Quando sugli spalti c’è una forza emotiva (e sonora) simile, tutto è possibile. Anche ribaltare nell’arco di 3′ una partita che sembrava stregata. E anche fronteggiare, tutti insieme, lo spauracchio norvegese. Giovedì serve lo stesso spirito, quello della Curva Sud, quello di José Mourinho, quello di un gruppo – una squadra – che al netto delle difficoltà e dei propri limiti non si arrende mai. Mai.
Il ritorno del pubblico al 100% è quello che ci voleva, e le cifre da record fatte registrare contro Salernitana e Bodø/Glimt (la Roma ha annunciato nel pomeriggio il sold out per la gara europea) raccontano l’amore viscerale tra un popolo e le sua squadra, capaci di esaltarsi vicendevolmente per gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Giovedì ci si gioca una fetta importantissima di stagione, e l’avversario contribuisce a caricare di ulteriore significato (semmai ce ne fosse bisogno) la sfida dell’Olimpico. Per quel 6-1 subito nella fase a gironi, e per la sconfitta della settimana scorsa, con tutti gli strascichi post-partita. «Mandiamoli a casa», ha tuonato Capitan Pellegrini. Mou e Zalewski gli hanno fatto eco, dimostrando di credere fortemente nella qualificazione alle semifinali di una Conference League che è l’obiettivo primario di questa stagione per la Roma.
Se è vero, come dice quel claim affisso a Trigoria, che «la forza del lupo è il branco», allora la forza della Lupa non può non essere la sua gente. Che ha già fatto la differenza in questa stagione, e non soltanto due giorni fa contro la Salernitana. La cornice, anche tra due giorni, sarà delle migliori: ad Abraham e compagni il compito di dipingere una tela memorabile. (…)
FONTE: Il Romanista – L. Latini