La road map sul mercato l’ha tracciata De Rossi una ventina di giorni fa: «Con la società abbiamo le stesse idee. Non tutte sono facile da portare a termi-ne, ma abbiamo piani a-b-c-d». Ecco, tutto (o quasi) si giocherà proprio qui: dopo quattro sesti posti consecutivi, più piani A arriveranno, più possibilità ci saranno di guardare con ottimismo al futuro. Per questo motivo già dalla scelta del terzino destro si capirà qualcosa in più sulla Roma che sarà.
Dopo diversi tentativi a vuoto, che negli ultimi cinque anni hanno visto avvicendarsi sulla fascia Florenzi, Lappacosta, Karsdorp, Bruno Peres, Karsdorp, Reynolds, Maitland-Niles, Santon, Celik, Kristtensen e a volte anche Zalewski, non si può più sbagliare.
E una necessità, a costo di spendere gran parte del budget iniziale che poi potrà esser rimpinguato con qualche cessione o risparmiando a livello d’ingaggi. L’importante è che arrivi un piano A. I nomi sul taccuino sono quelli di Bellanova, Tiago Santos e Diakité.
I costi dei tre, una ventina di milioni, ne certificano la qualità. Il rischio altrimenti è accontentar-si. E allora entrano in gioco altri profili. Senza dubbio interessanti, magari futuribili ma sui quali è lecito domandarsi se siano già pronti per un palcoscenico esigente come quello giallorosso.
Uno di questi, ad esempio, è Doulé del Rennes. Un altro è quello di Aarons che ormai da qualche anno ciclicamente torna ad essere accostato alla Roma. Agile, elegante, calciatore che è grado di partecipare alla costruzione della manovra capace sia di fare l’esterno a tutta fascia che riscoprirsi terzino, sembrava destinato ad altri palcoscenici.
FONTE: Il Messaggero