Guardando un lato positivo quasi invisibile, adesso Mourinho potrà godersi una coppia che funziona bene: Lukaku e Belotti, già rampanti e voraci contro il Servette, si sono ripetuti a Cagliari a 72 ore di distanza. Sei gol complessivi in quattro giorni, passando dalla doppietta del centravanti di riserva a quella dell’insostituibile titolare. La mancanza di Dybala, per tutto il tempo che durerà, sarà un motivo di rimpianto.
Ma almeno quei due davanti si stanno integrando, svolgendo con profitto il loro compito. Complessivamente hanno già erogato 12 reti tra campionato ed Europa League. E dopo la sosta promettono di continuare seguendo un meccanismo ormai rodato: il gigante è il punto di riferimento al centro dell’attacco, mentre Belotti gli gira un po’ intorno sfruttando gli spazi che si aprono di tanto in tanto.
Lukaku ricordava la Domus per gli insulti razzisti dei tempi dell’Inter mentre stavolta torna da Cagliari solo con la serenità di chi si è divertito. Dopo il secondo gol, il piattone di sinistro sull’assist intelligente di Paredes, è andato sotto al settore dei romanisti per festeggiare. “È stata una bella vittoria – spiega – ma non parlate di Roma di Lukaku. La Roma è la Roma. E noi dobbiamo ancora recuperare terreno dopo la partenza lenta. Lo meritano i nostri tifosi che ci sostengono sempre e comunque. Di buono c’è che stiamo crescendo. E i risultati si vedono”.
Punzecchia chi ha criticato il suo comportamento, le sue scelte, i suoi dubbi: “Ho lavorato tanto in estate perché sono un professionista. Tanta gente ha parlato, io no, io ho pensato solo a parlare in campo. Devo solo continuare. Dobbiamo continuare”. Ora partirà per raggiungere la nazionale belga, al contrario di Dybala che rischia di fermarsi a lungo: “Speriamo che per Paulo l’infortunio non sia grave. Lui è il calciatore più importante della nostra rosa. Ho avuto la fortuna di giocare con tanti campioni nella mia carriera ma lui è fantastico, perché aiuta me e tutti i compagni. Lo aspettiamo”.
Ma la persona verso la quale è più riconoscente dentro alla Roma siede in panchina: “Con Mourinho abbiamo un rapporto speciale. José conosce anche la mia famiglia. Ho fiducia in lui e lui ha fiducia in me, ci capiamo al volo. Se poi alle volte è duro con me, è giusto così. Un calciatore cresce con un tecnico cosi”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida
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