Daniele De Rossi ha seguito l’allenamento di ieri dalla torretta di tre metri che si erge di fianco al campo del Fulvio Bernardini. Un modo per visionare dall’alto il lavoro della squadra, i movimenti dei reparti e al tempo stesso isolarsi per studiare le possibili mosse per cercare di ostacolare la squadra più in forma del campionato e capolista della classifica.
Lo stesso modus operandi – tra l’altro – di Luis Enrique, uno dei punti di riferimento di DDR nella sua carriera da giocatore e poi da allenatore, quando nella stagione 2011 indossava la tuta della Roma e cercava – invano – di costruire un progetto vincente nella prima gestione americana.
L’Inter è stata la squadra più affrontata dal De Rossi giocatore (14 vittorie, 12 pareggi e 15 sconfitte), e sarà anche la prima grande che sfiderà nella sua nuova veste. Lo farà all’Olimpico dove la Roma ha un ruolino di marcia da scudetto (considerando solo le gare interne ha un solo punto in meno rispetto alla capolista), e con il tifo non solo dei romanisti ma anche di una Juventus che spera nel passo falso degli uomini di Inzaghi per ravvivare la sfida scudetto.
Daniele proverà a fare quello che non è riuscito alle altre grandi, eccetto la squadra di Allegri nella sfida d’andata. Le ultime uscite della Roma fanno ben sperare chi vede nella partita di sabato pomeriggio un’opportunità per rilanciare la corsa scudetto, i fatti invece fin qui hanno raccontato ben altro, cioè una corazzata nerazzurra che ha spazzato via tutte le big del campionato raccogliendo venticinque punti su ventisette a disposizione tra Juve, Milan, Atalanta, Napoli, Roma e Lazio.
Solo i bianconeri sono riusciti parzialmente a fermare Inzaghi con il pareggio di novembre per 1-1 allo Stadium. Una media di 2,77 punti negli scontri diretti contro quella della Roma da 0,75 punti a gara. Sulla carta, guardando prettamente i numeri, sarebbe una sfida a senso unico. I giallorossi in questa stagione hanno battuto soltanto il Napoli, raccogliendo poi tre pareggi (contro Lazio, Atalanta e Fiorentina) e quattro sconfitte, compresa quella a San Siro contro l’Inter.
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi