Quando hai Dybala è tutto più facile. La prima tripletta in giallorosso della Joya mette k.o. un Torino che gioca un buon primo tempo, tira in porta più dell’avversario ma non ha l’uomo del colpo decisivo, anche se Duvan Zapata segna un gol di pura di potenza come nell’1-1 dell’andata. Non è però abbastanza per la squadra di Juric, che contro la Lazio aveva giocato anche meglio, ma che alla fine si trova con zero punti conquistati nelle ultime due partite. Un calcio di rigore, un eurogol da fuori area e un diagonale da attaccante vero su assist di Lukaku, entrato da poco dalla panchina: così Dybala si porta a casa il pallone perché, come spiega a fine gara, “quasi tutti li regalo a mia mamma, come i trofei”.
Dybala, con De Rossi in panchina, ha segnato in campionato 6 gol in 5 partite; con Mourinho erano 5 in 13. Roma è una città particolare, dove c’è tanto gossip, e qualcuno potrebbe anche pensare male. La verità è che Dybala, con il gioco di De Rossi si trova molto bene e che adesso la sua condizione fisica è buona. Più che dal centro, i granata hanno cercato di colpire sulle fasce laterali. La Roma ha aperto con una clamorosa occasione al 9′ — Dybala nello spazio per Azmoun, assist per Kristensen che ha colpito il palo con la porta spalancata, più errore che sfortuna — ma poi ha sofferto. Il Torino aveva preso campo e pagato solo una sciocchezza di Sazonov. Precisa come al solito la trasformazione di Dybala.
La forza del Torino è stata quella di reagire subito. Bellanova, che ha messo in crisi Angeliño prima e Spinazzola poi, ha crossato per Zapata, capace di sovrastare, e mandare di testa la palla nell’angolino più lontano per Svilar. Come già successo contro la Lazio, però, i granata concedono troppo nei secondi tempi.
La Roma ha affrontato la ripresa con più animo e Dybala ha trovato due gol uno più bello dell’altro, dimostrando quanto la classe del singolo possa essere decisiva se incanalata dentro un miglior gioco di squadra. La scelta dei Friedkin sta pagando, DDR si sta giocando il suo futuro nel miglior modo possibile.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri