La Roma chiede. La Serie A risponde. E decide il contrario. Per la seconda volta in poche settimane la Lega non accoglie la richiesta ufficiale del club giallorosso di modifica del calendario. Atalanta-Roma si giocherà domenica 12 maggio alle ore 20.45. A sole 72 ore dal ritorno di Europa League contro il Bayer Leverkusen. Bocciata la richiesta di posticipo al lunedì e niente spostamento della finale di Coppa Italia tra i bergamaschi e la Juventus.
Rimane tutto come da programmi di inizio stagione. Con buona pace del club giallorosso. Che dopo il niet ricevuto nelle scorse settimane alla richiesta di spostamento del recupero contro l’Udinese, si è vista sbattere un’altra volta la porta in faccia dalla Lega. E adesso è scontro frontale. La Roma non ci sta e attacca: “Si tratta di un altro colpo all’integrità del campionato fanno – sapere da Trigoria – E siamo ancora in attesa di conoscere la data del recupero di Atalanta-Fiorentina”.
Il club giallorosso si sente penalizzato e adesso non fa nulla per nasconderlo. Prima era stato il solo De Rossi a esporsi pubblicamente, criticando la scelta di inserire la gara contro l’Udinese nella stessa settimana di Bologna e Napoli: “Mi dispiace che il presidente Lorenzo Casini non abbia ascoltato le nostre richieste, che secondo me erano legittime e sacrosante”. Ora è il club in prima persona a fare la voce grossa. Perché in questo ultimo mese di campionato la posta in palio è altissima. Con la lotta Champions League che vale oltre 60 milioni di euro.
Ma spostare la gara con la Roma a lunedì 13 maggio e la finale con la Juventus a giovedì 16 maggio sarebbe stato impossibile. Perché un evento come la Coppa Italia si porta dietro eventi correlati enormi oltre che accordi commerciali con sponsor e televisioni impossibili da modificare in pochi giorni. In più c’è una questione di calendario (futuro) che va tenuta in considerazione. La Roma che per due volte si è sentita defraudata. Ma la decisione della Lega era l’unica possibile. Perché il calendario dell’Atalanta non ha più spazio disponibili
FONTE: La Repubblica – M. Juric