«Se non facciamo risultato a Verona non abbiamo fatto niente». Non basta la vittoria striminzita col Torino a Juric per voltare pagina col sorriso. E ha ragione il tecnico croato, che giustamente nella conferenza stampa per Verona-Roma (fischio d’inizio ore 18, diretta Sky e Dazn) sottolinea l’importanza di dare continuità ai risultati, sintomo di una mentalità votata alla crescita e al non accontentarsi.
Dovranno seguirlo anche i calciatori, che dopo l’umiliazione di Firenze e le liti con l’allenatore hanno assicurato a tecnico e tifosi di iniziare a remare davvero tutti dalla stessa parte. Già contro i granata si erano viste esclusioni importanti, e sembra che Juric voglia proseguire sulla linea della meritocrazia e della scelta in base alle condizioni fisiche e alle attitudini con le sue richieste.
«Sono tutte scelte tecniche: se gioca uno o l’altro non cambia» ha detto il croato, che sembra aver davvero tirato una linea sull’inamovibilità dei senatori. Il tempo dirà quanto durerà. Elogi invece, continui e profondi per Dybala. Campione in campo e fuori per il tecnico che lo erge ad esempio per il gruppo. «Lui ha colto la cosa più importante: presentarsi al campo e giocare bene a calcio. La partita devi vincerla, devi allenarti bene, devi prepararti a vincere. Nell’ultima partita ha giocato da falso nove, però anche nelle altre partite, giocando con Dovbyk, penso alla partita con l’Athletic Bilbao, ha avuto una liberta superiore rispetto ad altri. Ha senso dello spazio e della partita, per questo gliela concediamo».
Una libertà che all’argentino ha consentito di tornare al gol su azione contro il Torino (curiosamente la sua ultima vittima in campionato con un gol su azione nella tripletta dello scorso 26 febbraio). La Joya guiderà l’attacco, molto probabilmente insieme a Dovbyk che ieri si è allenato, e proverà a riportare la Roma al successo in trasferta che manca dal 25 aprile a Udine con la zuccata di Cristante nel recupero degli ultimi venti minuti giocati in differita per lo stop di N’Dicka.
Dopo i tre punti del Friuli otto gare senza vincere, dal pari di Napoli fino all’umiliazione di Firenze, passando per il pari di Leverkusen e la sconfitta in Svezia con l’Elfsborg in Europa che portano a dieci il conto totale. Problema di mentalità secondo l’allenatore, che al Bentegodi (luogo che conosce molto bene) si aspetta un clima «incattivito» ma i giallorossi devono dimostrarsi più arrabbiati e determinati dell’Hellas di Zanetti (anch’egli a rischio panchina), per non innescare quel tremendo tunnel di alternanza di risultati che non guarirà mai le ferite profonde di questa squadra. Juric sa che il futuro è tutt’altro che sicuro per lui, ma avverte al contempo la sensazione di averle provate tutte. Ora dipende solo dai calciatori, che da troppo tempo ormai non dimostrano di saper reagire e rialzarsi davvero dopo un periodo difficile. Vietato sbagliare, come stancamente ci si ripete prima delle gare della Roma.
FONTE: Il Tempo – L. Pes