E quando lo stadio si stava svuotando e rimaneva soltanto la curva Sud a festeggiare la vittoria, ecco a sorpresa di nuovo la squadra sotto il settore. Chi senza maglietta, chi in pantaloncini, chi senza neanche quelli: tutti i giocatori dopo la prima incursione nello spogliatoio sono tornati sotto la Sud per fare di nuovo festa con quei tifosi che non li hanno mai abbandonati da tre anni a questa parte e con 52 sold out senza precedenti.
La festa sotto la Sud subito dopo il triplice fischio, ma impreziosita nel bis con la presenza anche di Daniele De Rossi: “In queste partite si fa un po’ di cinema e i ragazzi mi sono venuti a trascinare sotto la curva – ha ammesso il tecnico – Era un loro momento che mi sono goduto anche io. Labbraccio dei tifosi non è mai male e io ho provato a restate fintamente sobrio”. In realtà DDR si è goduto quel momento come nei vecchi tempi, quando usciva tutta l’anima romanista e quella vena gonfia passata alla storia. Foto di gruppo e strette di mano con i tifosi: una festa tra squadra e tifosi che consacra anche un legame in questo momento unico.
E nelle due fasi dei festeggiamenti l’assoluto protagonista è stato Gianluca Mancini. L’eroe di questo derby numero 184, è corso a fine partita verso la Sud per farsi “prestare” una bandiera e sventolarla davanti al settore. Non una normale, bensì quella anti Lazio, di colore biancoceleste e con un ratto nero al centro. Una bandiera comunque autorizzata a entrare all’interno dell’impianto: Mancini prenderà una multa ma resterà nella gloria dei romanisti per l’eternità. La Sud e i trequarti dell’Olimpico (quello naturalmente giallorosso) neanche a dirlo, in estasi. Soprattutto per una vittoria che sa tanto di liberazione. “Roma è giallorossa“, ha scritto Dybala sui social. Finalmente anche lui sa cosa vuole dire vincere un derby della Capitale
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi