Sarà stato anche «un mercato che ha ridotto i costi e abbassato l’età media della rosa» (cit.). Ad oggi di certo c’è che, prima con De Rossi e poi con Juric, non ha agevolato l’allenatore di turno. E la prudenza che in questi casi viene ritenuta d’obbligo con il calendario che recita ancora 16 ottobre, regge fino ad un certo punto. (…)
Sette partite (5 di A e 2 di coppa) nelle quali servirà inevitabilmente ruotare la rosa a disposizione. In quest’ottica il tecnico di Spalato, dopo un primo periodo di apprendistato (tre cambi a partita tra Udinese, Bilbao e Venezia), già contro l’Elfsborg ha lasciato intendere l’aria che tirerà da qui in avanti.
Sei avvicendamenti tra Venezia e Elfsborg, altrettanti tra Elfsborg e Monza. La domanda vien da sé: la Roma ha una rosa tale da permettere all’allenatore di ruotare sei calciatori a partita senza cali? Guardando la prova in Svezia qualche dubbio viene anche se Ghisolfi ha provato a dissiparlo indirettamente ricordando, a chi manifestava nel forum a Trigoria delle perplessità sulla costruzione della rosa soprattutto sugli esterni, come la Roma ne avesse addirittura sette. (…)
Sono arrivati 11 calciatori, una squadra insomma. Di questi, tolto Dovbyk, in 4 non sono ancora scesi in campo (Hummels, Sangaré, Dahl e Ryan); in tre si sono visti e sono immediatamente scomparsi dai radar (Saelemaekers e Le Fée per infortunio, Abdulhamid perché oggettivamente non pronto ancora per certi palcoscenici); Hermoso ha palesato amnesie a più riprese (gol di Genova e contro il Bilbao) che si spera possano essere riconducibili ad una forma fisica ancora deficitaria; Koné per adesso oscilla tra primi tempi da primo della classe e secondi dove cala vistosamente fino ad arrivare a Soulé che dopo appena 9 partite già fatica ad uscire dal tunnel nel quale è finito. (…)
FONTE: Il Messaggero