Alla fine De Rossi si rammarica per tante cose, Dybala saluta lo spicchio di curva come fosse la sua ultima volta. La prima partita di campionato, probabilmente, la pensavano e sognavano diversa tutti e due. De Rossi perché voleva subito tre punti, Dybala perché sperava di entrare e cambiare volto alla partita. E per un soffio non ci è riuscito, con quell’assist al bacio sulla traversa di Dovbyk. Alla fine la Roma se ne torna a casa con i volti delusi, per un mezzo passo falso. Anche se siamo solo alla prima e di tempo per rodare tutti ce n’è eccome.
Ad inizio partita arrivano i cori tanto attesi. Ma sono per De Rossi e non per Dybala, che invece è in panchina con il volto un po’ teso. Poi c’è la partita, che al tecnico giallorosso è piaciuta solo a tratti. “Nel primo tempo abbiamo fatto fatica a ripartire, nel secondo siamo andati meglio. Il campo era quello che era, non si riuscivamo ad andare in verticale che è quello che chiedevo ai ragazzi. Di queste partite ne ho giocate tante: il campo secco, il venticello, lo stadio pieno… Se ti metti a giochicchiare davanti l’area rischi di prendere delle bambole incredibili. Poi nella ripresa con un possesso migliore abbiamo avuto delle occasioni per far gol”.
Anche grazie all’ingresso di Dybala, appunto. “Il primo settembre vedremo la rosa che avremo a disposizione. Mi spaventerebbe una Roma senza Paulo se non arrivassero altri giocatori. Ma per parlare di questo io sono la persona sbagliata. Questa serata non aggiunge nulla di nuovo, se non che Paulo era positivo, stava qui con la testa, insieme ai suoi compagni”.
Arrivati allo stadio, Dybala è stato uno degli ultimi a scendere: sguardo pensieroso, zaino nero sulla spalla destra e il cinque a Manrico Ferrari prima di entrare nello spogliatoio. Poi il tunnel, con gli abbracci calorosi a Zalewski e Angelino e quello quasi imbarazzato con Soulé. Con il quale però dopo si è scaldato nel pre-partita, a dimostrazione di un rapporto ferreo e sincero. E quando si è accomodato nella panchina incastonata nella tribuna centrale è stato al centro di mille attenzioni, tra video dei tifosi, sorrisi e qualche lacrima sparsa. Poi l’ingresso e quel saluto che sa tanto di addio.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese